Mamma si dà fuoco. Lui, la moglie e l'ex amante: perde la testa per la colf che resta incinta

Martedì 21 Gennaio 2020
Mamma si dà fuoco. Lui, la moglie e l'ex amante: perde la testa per la colf che resta incinta
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Lui, 69 anni, ex dirigente pubblico del Trevigiano, si era creato una vita parallela. A ribaltare la sua routine, l'arrivo in casa di una nuova colf. Una donna molto più giovane di lui, 41 all'epoca, e molto bella a detta di chi l'aveva conosciuta allora. L'uomo aveva perso la testa per lei, e si era lanciato in una relazione clandestina. Dopo pochi mesi, però, la donna era rimasta incinta. Lui, forse preso dal panico, aveva deciso di nascondere tutto alla moglie: aveva comprato una casa all'amante, a Mestre, senza però riconoscere la bambina. Nonostante nel frattempo fosse andato in pensione, aveva mantenuto entrambe, e contemporaneamente aveva gestito la propria famiglia. Quella bolla, però, era destinata a esplodere e così era successo, tre anni fa. 

LO SCONTRO
Le richieste della giovane marocchina infatti si erano fatte sempre più insistenti: da un lato il denaro, dall'altra la volontà di abbandonare quella condizione di famiglia di serie b. Il pensionato, stanco di questo gioco al rialzo, aveva reagito, aveva cercato di farla ragionare, ma non c'era stato verso. Era scoppiata una lite, con tanto di intervento della polizia e lui si era deciso, a quel punto, a denunciarla. Così la vicenda privata divenne pubblica: qui accanto il ritaglio del Gazzettino del marzo 2017.

A quel punto l' altra aveva scelto di colpirlo nel modo più duro possibile. E così, aveva chiamato la moglie: «Ciao, ti ricordi di me? Sono l'amante di tuo marito, abbiamo una figlia di 5 anni».  Ovviamente, la donna non l'aveva presa bene: allora, aveva reagito sbattendo fuori di casa il marito infedele. Ma la diatriba non era finita lì. 

IL RICONOSCIMENTO
L'uomo racconta di aver riconosciuto la bambina solo nel 2017, ma di aver dovuto affrontare numerosi episodi di vendetta e di minacce, che si erano conclusi sempre con delle denunce all'autorità giudiziaria. La donna, come accertato dai periti del tribunale, soffre di disturbi della personalità. Seguita da uno psichiatra, si era trasferita a Padova, una volta lasciata la casa di Mestre. Il suo obiettivo era quello di riportare a casa la bambina, ma per i giudici non era in grado di badare a lei. Soprattutto, la piccola aveva paura di lei e delle sue reazioni.
D.Tam. 

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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