SUSEGANA (TREVISO) - Una situazione terribile, senza via di fuga. In trappola: così si è sentita Lara Ali Shahin, insegnante e consigliera comunale di opposizione a Susegana, in vacanza in questi giorni a Malta: «Un uomo ha abusato sessualmente di me, baciandomi senza il mio consenso. E se il portiere di notte dell'albergo in cui alloggio non fosse intervenuto, sono sicura che mi avrebbe stuprata».
IL RACCONTO
Al telefono parla in modo concitato, Ali Shahin. Racconta un trauma ancora fresco, che vorrebbe cancellare: «Mi trovo a Malta per tre giorni, avevo visto un volo economico e ne ho approfittato, visto che avevo il lunedì libero.
Finita la serata, i saluti e il rientro in albergo, da sola. «Ma uscita dall'ascensore mi sono ritrovata quell'uomo davanti dal nulla. Quando ho aperto la porta della camera mi ha spinto dentro». Lara Ali Shahin si è sentita sopraffatta: «Mi ha baciata contro la mia volontà e mi ha buttata sul letto. Io ho urlato che non volevo, che non mi piacciono gli uomini; che è vero. Lui mi ha tappato la bocca e mi ha detto "I want to f... you" (voglio possederti, ndr)» Si è sentita senza via di fuga, ma qualcuno è intervenuto: «Non so come sia successo, ma il portiere dell'albergo è entrato in camera e mi ha salvata. Per fortuna la porta era rimasta aperta. Nono ho mai frequentato corsi di autodifesa, ora penso che lo farò». Lara Ali Shahin ha fatto denuncia alle autorità. «Quello che non mi piace, al di là dell'accaduto, è che dovrò tornare a Malta per il processo. È una cosa che vorrei segnalare: in quest'isola ho avvertito proprio la mancanza di sicurezza, e non mi era mai capitato: non c'è polizia in giro, ho paura a camminare da sola».
L'ALTRO CASO
Una terribile esperienza per una consigliera comunale della Marca, dove un'altra consigliera invece deve fare i conti con le minacce. È il caso di Beatrice Da Riva, di Vidor. «Una cosa è certa: ho paura. Ero solita andare a passeggiare in paese, anche con mia figlia. E dico ero perché adesso non lo farò più. Non mi sento sicura a uscire di casa da sola». Da Riva non nasconde il timore per le minacce di morte su un cartello appeso a un albero lungo il viale del cimitero, a due passi dal centro. Ed è la terza volta nel giro di quattro anni che accade. «La mano è sempre la stessa - afferma - I carabinieri, quando ho sporto denuncia, mi hanno detto che guarderanno le immagini delle telecamere in zona per capire chi possa essere stato. Non credo si tratti di un maniaco, ma so che sono stata presa di mira e fino a quando non si saprà chi è stato non posso stare tranquilla».