CASTELFRANCO (TREVISO) - Una lite banale tra automobilisti, scoppiata per una precedenza, finisce in dramma. Con un 39enne kosovaro, Hajzeraj Kushtrim di Loreggia (Padova) ricoverato in gravi condizioni in Terapia intensiva dopo il pugno ricevuto da un giovane campione di arti marziali. L'atleta, Luka Musobelliu, 23enne di San Martino di Lupari (Padova) con origini albanesi, è scappato dopo lo scontro, ma la sera stessa si è consegnato carabinieri. Al momento è indagato per lesioni gravi ma la sua posizione è al vaglio, in attesa sia dell'evolversi del quadro clinico del ferito (in caso di danni permanente l'imputazione potrebbe essere modificata in lesioni gravissime), sia dell'esito delle indagini. Se gli accertamenti confermeranno la sua versione, ovvero che sia stato il kosovaro ad aggredirlo per primo, l'ipotesi di reato potrebbe virare in eccesso colposo di legittima difesa. «Mi stava strozzando, l'ho colpito per difendermi. Non ho avuto scelta» racconta il giovane, di origini albanesi e residente a San Martino di Lupari (Padova). È appunto sui contorni e sull'esatta dinamica della lite che si stanno concentrando i carabinieri di Castelfranco. Il 23enne, atleta di punta della Carollo Academy di Castelfranco, sostiene di essere stato inseguito e poi aggredito dal kosovaro e di aver sferrato il pugno solo quando stava per soffocare.
IL RISCHIO VENDETTA
Mentre il ferito lotta per rimanere in vita, Musobelliu si guarda le spalle.
IL DIVERBIO
Lo scontro è avvenuto lunedì pomeriggio, a pochi passi dal noto locale Baita al Lago, nel viottolo Pagnana. Il 39enne kosovaro aveva trascorso il pomeriggio sulla spiaggia in riva al lago, insieme alla compagna. L'atleta invece stava raggiungendo la palestra di cui il giovane è il fiore all'occhiello (campione italiano di Grappling nel 2021). I due hanno avuto da ridire a un incrocio. Il 23enne sostiene di aver messo la freccia per svoltare a destra: una manovra di cui il kosovaro non si sarebbe accorto. Da qui le offese nei confronti dell'altro automobilista. «Gli ho fatto il dito medio e ho tirato dritto» dice Musobelliu, deciso a metterci una pietra sopra. Il kosovaro invece non ha lasciato correre: «Mi ha inseguito, sorpassato e sbarrato la strada. Poi è sceso con fare minaccioso: voleva farmela pagare». Il giovane racconta di essere stato preso per la gola dal rivale, che secondo lui non era del tutto lucido: «Aveva uno sguardo strano e l'alito puzzava di alcol. Ho tentato di liberarmi, gli ho detto 4-5 volte di mollarmi ma non allentava la presa. Non ho avuto scelta». A suffragio di questa sua ricostruzione, l'atleta ha consegnato ai carabinieri i referti del pronto soccorso: dieci giorni di prognosi per graffi e lividi al collo. Lesioni che secondo gli inquirenti indicherebbero un principio di colluttazione più che un vero e proprio tentativo di strangolamento. Il 23enne ha sferrato un pugno in faccia all'avversario, mettendolo al tappeto. L'uomo ha battuto la testa e ha perso i sensi sotto gli occhi della compagna che a quel punto, dopo aver assistito all'intera scena, ha chiamato i soccorsi, disperata. Intubato sul posto e trasferito in elicottero all'ospedale Ca' Foncello di Treviso, il 39enne è in coma farmacologico dopo un intervento alla testa. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi: le prossime 48 ore saranno decisive.
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