L'imprenditrice non versa l'indennità di maternità alla dipendente e si tiene 11mila euro

Giovedì 9 Gennaio 2020 di Denis Barea
L'imprenditrice non versa l'indennità di maternità alla dipendente e intasca 11mila euro
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CASTELFRANCO (TREVISO) - Più di 11mila euro intascati come conguaglio dell'Inps per una indennità di maternità che la lavoratrice non ha mai percepito. E' una vera e propria truffa ai danni dell'istituto di previdenza nazionale quella che sarebbe stata messa in atto da una imprenditrice 40enne di Castelfranco, finita ora a processo a Treviso con l'accusa di di indebita percezione di erogazioni a carico dello Stato. Una cresta di migliaia di euro su denaro che avrebbe dovuto versare ad una dipendente straniera per i periodi di maternità obbligatoria e facoltativa finiti invece nelle sue tasche. A svelare l'inganno sono stati gli ispettori del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali dopo una serie di accurate verifiche a carico dell'azienda di servizi di proprietà della 40enne.

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Accertamenti che hanno trovato la quadra quando la lavoratrice, sentita dagli ispettori, ha raccontato la verità. «Io quei soldi non gli ho mai visti».

Eppure nelle buste paga della dipendente, nel periodo tra l'ottobre del 2013 e il febbraio del 2015, era stato tutto annotato e registrato in maniera apparentemente regolare. Cifre che oscillavano dai 300 ai 1.200 euro per periodi di astensione dal lavoro legati in una prima fase alla gravidanza e poi alla cura del neonato. Denaro per il quale l'imprenditrice, alla fine del 2015, chiede la compensazione all'Inps. Il conto ammonta, per la precisione, a 11.404.88 euro, che la previdenza salda regolarmente. Ma la lavoratrice, che invece non ha visto il becco di una quattrino, si rivolge al sindacato per ottenere quanto le sarebbe spettato. La vertenza fa scattare prima il controllo da parte degli ispettori ministeriali e poi, una volta accertate le irregolarità, le indagini condotte dalla Procura di Treviso. L'inchiesta fa emergere come, un mese dopo l'altro, quanto viene chiesto in compensazione all'Inps non è in realtà mai stato versato alla lavoratrice. I soldi, che vengono saldati all'azienda in una soluzione unica, sarebbero invece finiti nella tasche della 40enne che durante i controlli non è riuscita a dimostrare di aver in effetti pagato l'indennità che era stata registrata nella busta paga. La lavoratrice è rientrata in possesso dei suoi soldi direttamente dall'Inps. Che a sua volta ha già battuto cassa nei confronti della 40enne, difesa dall'avvocato Simone Guglielmin, chiedendo la restituzione delle somme versate oltre agli interessi e alla sanzione. Denis Barea

Ultimo aggiornamento: 19:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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