TREVISO - «Giuseppe mi ha fatto segno che qualcosa non andava. L'ho accompagnato nella risalita. A pochi metri dalla superficie ha perso i sensi: me lo sono caricato in spalla per issarlo sul gommone. Lo abbiamo rianimato a lungo, ma non si è più ripreso». Sono ancora sconvolti i compagni di Giuseppe Viscuso, il sommozzatore trevigiano di 66 anni stroncato da un malore fatale sabato mattina al largo di Cavallino-Treporti, durante un'immersione. Ucciso probabilmente da un infarto o da un'embolia: sarà l'autopsia, che la Procura di Venezia probabilmente disporrà nelle prossime ore, a fare chiarezza.
Malore improvviso e morte: cosa e' successo al sub
Una tragedia in una giornata che invece avrebbe dovuto essere di festa. Pinuccio, ex venditore di NaturaSì, residente in via Ghirlanda, sposato e padre di due figli, aveva compiuto gli anni mercoledì e aveva deciso di festeggiare anche con il gruppo della Sile Sub.
Il malore durante l'immersione e il massaggio cardiaco
«Giuseppe è stato il primo a entrare in acqua. Pochi minuti dopo avevamo quasi raggiunto il fondale. Davanti a lui c'era un sub esperto, dietro c'ero io - racconta la sommozzatrice -. Mi sono accorta che aveva la maschera appannata e guardava verso l'alto. Gli ho chiesto se andava tutto bene e mi ha fatto cenno di no. Siamo tornati su insieme. Ho pensato a un problema di digestione. Ma a pochi metri dalla superficie l'ho visto a faccia in giù: aveva perso i sensi». E anche il battito, come i compagni hanno constatato una volta issato a bordo del gommone. Bombole e attrezzatura sono state sganciate e lasciate affondare perché non fossero d'intralcio. «Abbiamo iniziato subito le manovre di rianimazione: massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, mascherina d'ossigeno - racconta Gianni Alban, pilota trevigiano del gommone. Subito è scattata la segnalazione alla Guardia costiera, che a sua volta ha allertato la centrale operativa del 118. Recuperati tutti i sub, il gommone ha raggiunto l'attracco «senza mai smettere di praticare le manovre salvavita» - precisa Alban.
Tra i sub c'era anche un medico
Il caso ha voluto che tra i sub ci fosse anche un medico, che si è prodigato nelle manovre di rianimazione. Al pontile Piave Vecchia, ad attenderli, c'era un'ambulanza della Croce Verde di Ca' Savio: ma nemmeno i sanitari sono riusciti a riportare in vita il 66enne. A quel punto non rimaneva che dichiararne il decesso: la famiglia attende ora il nullaosta del magistrato per fissare le esequie. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo sulla morte in mare. La Guardia Costiera, che nell'immediato ha raccolto le testimonianze degli altri sommozzatori, sta ricostruendo tutte le fasi dell'immersione. Anche sulle bombole del 66enne, recuperate dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza, verranno eseguiti gli opportuni accertamenti.