Incidente sulla Treviso Mare, il racconto dell'unico superstite: «Ho sentito un botto, poi ho visto Dominga morta vicino a me»

Domenica 11 Giugno 2023 di Maria Elena Pattaro
Incidente sulla Treviso Mare, il racconto dell'unico superstite

RONCADE (TREVISO) - «Mi ricordo un botto fortissimo, pezzi di macchina ovunque e Dominga morta accanto a me». Michele De Zen, 56 anni, è l’unico superstite del devastante scontro frontale che venerdì notte ha insanguinato la Treviso Mare. Il bilancio della strage, avvenuta verso l’una all’altezza del negozio Arcaplanet, è di tre morti, tre feriti e tre veicoli coinvolti. L’uomo è in prognosi riservata per 48 ore: ha sei costole rotte e una frattura scomposta ma non è in pericolo di vita. I medici sono fiduciosi che possa riprendersi presto. Può considerarsi miracolato. La notte dell’incidente, dal letto dell’ospedale, ha raccontato al figlio Nicola i pochi istanti che ricorda di quell’immane tragedia: «Un botto fortissimo, i pezzi di auto». E la cosa più tremenda di tutte: la donna seduta al volante accasciata senza vita. De Zen, titolare dell’azienda di autoservizi che porta il suo nome, era a bordo del pulmino Mercedes Vito che si è scontrato con la Volkswagen Polo di due fidanzati: Valeria Orsoni, 24 anni originaria di Castelfranco, e Ludovico Brunello, 31enne di San Biagio. Morti sul colpo proprio come Dominga Orsato, la 53enne di Asolo che guidava il mini van.

Feriti in modo lieve e assistiti sul posto due uomini, che viaggiavano a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta colpita dai detriti. .P. C., 38 anni e G. B., 34, hanno ricevuto assistenza medica sul posto. 

 


LO CHOC
Dominga, autista di professione, lavorava part-time sia per Mom che per la Autoservizi Michele De Zen. «Tornavano da Jesolo, dove avevano accompagnato alcuni clienti. Avevano fatto un cambio di mezzo e stavano rientrando» spiega Nicola, figlio del 56enne. «Papà è sotto osservazione - aggiunge -. È molto scosso. Non ricorda molto, soltanto alcuni attimi prima e dopo l’incidente. È una situazione terribile». I vigili del fuoco lo hanno estratto dalle lamiere del Mercedes Vito e affidato alle cure del personale sanitario. All’apprensione per le sue condizioni di salute si aggiunge il dolore per la morte di Dominga, collaboratrice dell’azienda. «Da quanto ci hanno riferito è stata l’auto dei ragazzi a invadere la loro corsia - riferisce - ma ci sono ancora accertamenti in corso». 


LO SCHIANTO
L’incidente è avvenuto verso l’una della notte fra venerdì e sabato, a Roncade. La coppia di giovani stava andando verso il mare, a bordo di una Volkswagen Polo bianca. Ludovico era al volante, Valeria era seduta al suo fianco. Lavoravano entrambi in un noto locale di Treviso, l’Helmut Pub di via Risorgimento. Da Jesolo tornavano invece Dominga e Michele. I destini dei quattro si sono scontrati drammaticamente all’altezza del negozio di alimenti per animali domestici Arcaplanet. Era da poco passata l’una e a tradire Ludovico sarebbe stato un colpo di sonno fatale. In base a una prima ricostruzione la Polo dei fidanzati sbanda all’improvviso e invade la corsia opposta proprio nel momento in cui il pulmino è in transito. Nessuno dei due conducenti riesce a evitare l’impatto. Lo schianto è devastante. L’urto è talmente violento che il Mercedes esce di strada e vola nel fosso, con il vano motore accartocciato e il cruscotto completamente crepato. La Polo rimane sulla carreggiata, lasciandosi alle spalle parti di carrozzeria e del motore. Una gomma si stacca da uno dei veicoli: gli agenti della polizia stradale la troveranno a decine di metri di distanza. L’asfalto, ancora bagnato dopo l’acquazzone che si era abbattuto nelle ore precedenti in tutta la provincia, è un tappeto di detriti. La chiamata ai soccorsi è scattata subito e in pochi minuti si sono precipitate sul posto ambulanze, automediche, due squadre di vigili del fuoco e pattuglie della polizia stradale. Ma per Valeria, Ludovico e Dominga non c’è stato nulla da fare. 

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Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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