L'ultimo ritorno a casa di Antonio: addio al ragazzo scout orfano di papà che amava la fotografia

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Mauro Favaro
Antonio Funes
1

ALTIVOLE - La vita di Antonio Funes si è spezzata nel fiore degli anni. Dopo aver frequentato il liceo artistico di Treviso, il 19enne aveva da poco iniziato l'università. Da bambino aveva perso prematuramente il papà. È stato cresciuto dalla mamma, nella sua casa di Caselle d'Altivole. Le forze dell'ordine ieri hanno dovuto dare a lei la peggior notizia che un genitore possa ricevere. Oltre alla passione per l'arte, Antonio coltivava anche quella per la fotografia. «Uno studente agli inizi si definiva accompagnato solo dalla sua Canon e dalla sua passione».

Adesso sono in molti a piangere la sua improvvisa scomparsa.

I GRUPPI SCOUT
Gli amici di una vita, a cominciare da quelli del gruppo scout dell'Agesci di Altivole, con il quale aveva condiviso diverse avventure tra le montagne. A quanto pare ieri, 13 ottobre, Antonio stava tornando a casa a bordo della sua Punto. Aveva già percorso la Postumia un sacco di volte. Era quasi una strada obbligata per rientrare dalla zona di Treviso. Purtroppo, però, stavolta all'altezza di Vedelago qualcosa è andato irrimediabilmente storto. «Ho sentito il botto dell'incidente mentre ero in bici. E subito dopo ho visto il fumo alzarsi - racconta un 80enne residente lungo la Postumia - sono corso lì. Ma ho visto che il giovane era morto sul colpo. Non c'era più niente da fare».

LA MOBILITAZIONE
Assieme a lui sono arrivate altre persone. Alcuni automobilisti si sono fermati per provare a spegnere subito l'incendio. Si sono dati da fare con i piccoli estintori installati a bordo delle auto. Dalle poche case che si affacciano sulla Postumia in quel punto sono usciti anche con dei secchi d'acqua. Fino a quando qualcuno non ha tirato direttamente la gomma usata per innaffiare il giardino. L'incendio è stato spento velocemente. Il dramma è che non è bastato. «Ho visto l'incidente da lontano, mentre stavo per arrivare nello stesso punto - spiega Eros, che ieri pomeriggio stava guidando la sua auto a poca distanza da quella di Antonio, da Istrana verso Castelfranco - a un certo punto ho visto l'impatto. Terribile. Non si è capito bene quello che è successo. Ma si è capito subito che era gravissimo». Di seguito è rimasto a osservare le operazioni dei soccorritori. «Quel che fa male è che molti automobilisti subito dopo lo scontro hanno sfilato l'incidente e se ne sono andati, come se nulla fosse - aggiunge Eros - per fortuna altri si sono fermati e hanno cercato di fare il possibile per dare un aiuto».

STRADA PERICOLOSA
La Postumia si conferma una volta di più estremamente pericolosa. Le cause di quest'ultimo incidente sono ancora da identificare con certezza. Ma quello di ieri, il più grave, è solo l'ultimo di una lunga serie. «Molte auto sono già uscite di strada in questo punto - racconta una 40enne che vive a pochi metri dalla Postumia - alcune sono finite nel fossato. Altre sono addirittura entrate nei nostri giardini. Nelle ore di punta il traffico è senza soluzione di continuità. Ci si impiega più tempo a immettersi in strada che non a raggiungere Castelfranco. E quando le file svaniscono subentra l'alta velocità». Il destino vuole che proprio domani ci sia l'appuntamento con l'inaugurazione della nuova rotatoria da poco realizzata sulla Postumia al posto del vecchio incrocio con via Montello, a un paio di chilometri dal luogo dell'incidente di ieri pomeriggio. «Risolve una delle criticità. Ma come abbiamo visto non è sufficiente spiega il sindaco Cristina Andretta un ragazzo ha finito di vivere. E forse a volte non ce ne rendiamo conto. Credo che tutti dovremmo fermarci a riflettere, ma non solo quando capitano queste cose».

    
 

Ultimo aggiornamento: 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci