Giancarlo Gentilini: «No a nomi imposti dall'alto. La Meloni? Non mi dispiace»

L'ex sindaco di Treviso: «Non vogliamo essere schiacciati da poteri che non hanno nulla a che fare con il Veneto»

Giovedì 4 Agosto 2022 di Mauro Favaro
Giancarlo Gentilini
3

«Giorgia Meloni potrebbe piacermi. Vedremo a chi andrà il mio voto alle prossime elezioni. Io ho una fede incrollabile nei principi di quella che era la Lega Nord. Se invece ci saranno storture, allora ci ripenserò». L'apertura che non ti aspetti arriva direttamente da Giancarlo Gentilini, volto storico del Carroccio.

Ieri l'ex sindaco sceriffo di Treviso, attualmente consigliere della maggioranza che sostiene il primo cittadino Mario Conte, sempre Lega, ha compiuto 93 anni. Dopo aver superato di recente qualche problema di salute, è stato idealmente travolto da migliaia di messaggi di auguri. Non solo dal centrodestra. E lui ha risposto a tutti con i consueti pollici alzati e la caratteristica risata. Quando si parla della Lega, però, torna a farsi serio.

Giancarlo Gentilini, le piace questa Lega di Matteo Salvini?
«Deve tornare a essere com'era la Lega Nord. Bisogna tornare alle origini. In mezzo al popolo. A cominciare dalle decisioni su chi candidare per il Parlamento. Le scelte devono partire dal basso. La Lega Nord è questa. Quando si esce da questi dettami non si è più un movimento di popolo, ma un partito. E i partiti sono...lasciamo perdere, va...».

Teme candidature calate dall'alto nel Carroccio?
«Non le voglio vedere. Le candidature devono essere espressione della volontà popolare. Anche perché poi i cittadini vogliono vedere quei personaggi che hanno mandato a Roma per chiedere loro risposte sulle promesse fatte. Ci sono tanti cani che abbaiano alla luna. E io non posso sentire i latrati dei cani. Ho sempre avuto fede nei credo della Lega Nord. Se non saranno seguiti, ci ripenserò».

Negli ultimi anni il Veneto, e di conseguenza il trevigiano, capitale della Lega, non sembra aver contato troppo nelle scelta della rotta del Carroccio.
«Vedremo le decisioni per le elezioni politiche di settembre. Quel che è certo è che noi non vogliamo essere schiacciati da poteri ultronei che nulla hanno a che vedere con la realtà del Veneto».

Il discorso vale anche per il versante lombardo della Lega?
«I lumbard quella volta abbiamo fatto il patto d'acciaio con Umberto Bossi. Ma era un'altra Lega. Era la Lega Nord».

Adesso il timone del centrodestra è nelle mani di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia. Ha mai pensato di poterla votare?
«Lei potrebbe anche piacermi. Ma a Roma ha contro tutta la pseudo sinistra. Le taglieranno l'erba sotto ai piedi senza che se ne accorga. C'è un odio contro la destra, e anche contro il centrodestra in generale».

Berlusconi con Forza Italia?
«Credo che il partito di Berlusconi abbia ormai cessato di esistere. Lui è abbastanza antico. E' inutile chiedere di fare il presidente del Senato».

L'astensionismo si annuncia come uno dei problemi più grossi.
«I cittadini devono venire prima di tutto. E invece si sta svilendo l'amore verso di loro e verso le città. Tanta gente tende solo al posto sicuro. A mettere sotto al culo uno scranno o una sedia. Io le leverei, come ho fatto con le panchine. Nessuno si siede: tutti in piedi, avanti sempre e a lavorare».

E lei come sta? Si è messo alle spalle anche un intervento alla cistifellea. Punta a ricandidarsi?
«Non sono mica Berlusconi (ride, ndr). Io ho appena compiuto 93 anni. Ma torna a fiorir la rosa, che pur dianzi languia. A brevissimo tornerò in mezzo al mio popolo. E' un impegno: c'è ancora bisogno dei consigli e dei giudizi di Gentilini, uno che ha segnato la storia del Carroccio, anche in questo periodo di oscurantismo della Lega e della destra».

Dica la verità, si aspettava migliaia di messaggi di auguri?
«E' stata una fantastica dimostrazione di affetto e simpatia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci