Salvini lancia Luca Zaia: «Lo metterei ovunque». Ma il presidente del Veneto frena: «A Roma solo per toccata e fuga»

Mercoledì 3 Agosto 2022 di Davide Tamiello
Matteo Salvini e Luca Zaia
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VENEZIA - Salvini stende il tappeto rosso per Roma ma Luca Zaia, parafrasando la formula di un famoso gioco a premi televisivo, rifiuta l'offerta e va avanti. Sarà ancora il presidente del Veneto, dunque, per portare avanti la battaglia sull'autonomia, mission principale di questa sua terza legislatura. «Zaia lo metterei ovunque - ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini, in piazza San Marco a Venezia -. È una delle risorse migliori, ma siccome io non rispondo e non ho degli uomini come soldatini, deciderà Luca». E Zaia, ieri a Marghera per la presentazione del nuovo gruppo interregionale dei carabinieri contro i reati ambientali, ha ribadito la propria intenzione a rimanere fuori dalle dinamiche nazionali. «Vado a Roma anche oggi, ma ci vado con una toccata e fuga nell'interesse dei veneti: queste elezioni non mi riguardano né prima, né durante né dopo.

Ringrazio per le attestazioni di stima le elezioni le faccio da militante». Un concetto ribadito più volte dal presidente della Regione in questi giorni in cui i partiti stanno scaldando i motori per l'ormai imminente campagna elettorale, difficile quindi che possa tornare sui suoi passi.


AUTONOMIA
La vera questione però che interessa a Zaia è quella dell'autonomia, e i tentennamenti di questi ultimi giorni di alcuni partiti del centrodestra come Fratelli d'Italia non sono piaciuti al governatore. «Se il governo che verrà non porterà avanti la partita dell'autonomia di certo in Veneto è meglio che non si presenti - ha commentato ieri -. Non ha nessun senso parlare di progetto di governo se non si parla di autonomia. Ma conosco Giorgia Meloni, conosco Silvio Berlusconi e so che la direzione dovrà esser quella di venirne fuori». Salvini butta in campo un'altra variabile: il presidenzialismo potrebbe essere un'adeguata merce di scambio. «L'autonomia sarà il tema centrale del Governo di centro-destra e dei primi consigli dei ministri e se Fdi chiede in cambio il presidenzialismo lo firmo subito, ora, qui a San Marco - ha aggiunto il segretario della Lega -. Noi ci abbiamo provato ma i no dei Pd de M5s sono stati evidentemente forti nonché fastidiosi; ora c'è un'occasione più unica che rara dopo le elezioni, chiederò la condivisione della Meloni e di Berlusconi». «È questione di coerenza - ha sottolineato Zaia - Fdi e Fi, che oggi si presentano uniti con la Lega qui in Veneto e in Lombardia, devono sostenere l'autonomia. Non è un tema di ricatti ma di rispetto dei cittadini. Non disegniamo un privilegio per il Veneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna - ha concluso - ma per un Paese moderno cosa che oggi non è. E basta con questo adagio che in questo modo si affamerebbero altre regioni perché se l'acqua non arriva ai piani alti dei condomini, la gente ha i rifiuti sotto casa o fa le valige per curarsi fuori regione non è per colpa dell'autonomia, che oggi non c'è, ma della mala gestio locale».


JESOLO
Zaia, infine, è tornato sul caso sicurezza a Jesolo. «Abolirei il termine microcriminalità, non credo nell'infanzia difficile di questi personaggi. Sono delinquenti e come tali vanno trattati: a Jesolo facciamo 6 milioni di presenze turistiche, non possiamo avere questo biglietto da visita internazionale. Fondamentale rinforzare i presidi di forze dell'ordine e, se serve, cambiare le leggi inasprendole».

Ultimo aggiornamento: 18:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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