Carbonera. Diane, ritorno a “casa” per salutare i due Giusti: «Io, bimba salvata dai lager. Loro sono la mia famiglia»

Venerdì 8 Settembre 2023 di Cristiana Sparvoli
Carbonera. Diane, ritorno a “casa” per salutare i due Giusti

CARBONERA (TREVISO) - Diane Grünewald Horowitz è un inno alla vita. Figlia di genitori ebrei, la bambina Diane, quando aveva cinque anni, insieme alla madre Esther Lina Bergman, cantante lirica, si salvò dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Furono provvidenziali due sacerdoti, don Angelo Dalla Torre e monsignor Giovanni Simioni, che affidarono le due ebree, provenienti da Parigi, a Gioacchino Campagnolo, mezzadro di Pezzan di Carbonera, padre di otto figli, due maschi e sei femmine. Diane divenne la nona figlia di Gioacchino e della moglie Erminia Caon; visse nascosta nella casa di via Boschi, nelle terre di proprietà dell’Ospedale di Treviso, dal dicembre 1943 all’aprile 1945. Ai compaesani e ai familiari il buon contadino disse che erano sue lontane parenti di origine francese, cattoliche. Per meglio avvalorare la storia, la piccola e sua madre si recavano a messa nelle chiese di Pezzan e Carbonera. Nessuno seppe mai nulla. Persino a Erminia il marito celò la verità, fino al termine della guerra. Meno persone sapevano, come avevano raccomandato i due sacerdoti, meno pericolo correvano i Campagnolo. Così Diane ed Esther scamparono al furore della Shoah, ma non il loro padre e marito, Kurt Julius Grünewald, che fu deportato ad Auschwitz e non fece più ritorno.

Per avere prestato aiuto alle due rifugiate Gioacchino ed Erminia sono stati inseriti nella lista dei “Giusti fra le Nazioni” ed i loro nomi incisi sul Muro d’Onore, all’interno del Giardino dei Giusti allo Yad Vashem di Gerusalemme. <WC>


LA RICONOSCENZA
<WC1>Fondamentale è stata la testimonianza di Diane, raccolta dall’Istresco di Treviso che ha istruito il dossier inviato a Gerusalemme. La signora Grünewald oggi ha 85 anni, vive in Florida, ha due figli e non dimentica quanto fecero per lei gli italiani. In questi giorni è tornata a Pezzan, per rinnovare la sua infinita riconoscenza a quella che considera la sua seconda famiglia. <WC>«<WC1>Gioacchino per me è stato il mio secondo padre<WC>» <WC1>dice molto emozionata dall’incontro con i Campagnolo, che aveva rivisto, per la prima volta dopo mezzo secolo<WC> <WC1>nel 1993 e poi ritrovati nel suo viaggio in Italia del 2018. Ieri l’hanno accolta Giacomo, l’ultimogenito dei due “Giusti fra le Nazioni” (che nel 1943 aveva due anni), sua moglie Caterina, il figlio Paolo e don Bruno Bortoletto, ex parroco di Pezzan. Diane parla inglese, francese e tedesco, ma quando deve esprimere le ragioni del cuore trova le giuste espressioni nella lingua italiana, miste all’inglese: <WC>«<WC1>Sono tanto felice di essere qui, this is my family, Giacomo è mio fratello e io sono sua sorella<WC>»<WC1>. <WC>


Il VIAGGIO
<WC1>Nonostante l’età avanzata, Diane è una donna vitale e intraprendente: è arrivata in Italia da sola a bordo di una nave da crociera americana, è sbarcata nel porto di Trieste dove ha trovato ad accoglierla Michela Bonato, un’altra nipote di Gioacchino, figlia di Teresa, la più vecchia delle sei sorelle Campagnolo, deceduta poco tempo fa. Diane Grünewald sarà ospite di Michela a Ponzano e coglierà l’occasione per visitare Treviso. Ieri pomeriggio il suo “pellegrinaggio” della memoria l’ha portata nel piccolo cimitero di Pezzan, accanto alla chiesa parrocchiale. Qui riposano Gioacchino, scomparso nel 1980, ed Erminia, che lo seguì un anno dopo. Accompagnata da Giacomo, ha deposto nel vaso del loculo un mazzo di crisantemi gialli e bianchi, sfiorando con affetto le fotografie dei suoi “genitori” italiani. Un altro incontro emozionante è stato quello con Francesca Meneghetti, la ricercatrice dell’Istresco che, insieme a Lucio De Bortoli, ha costruito il dossier inviato alla direzione del Dipartimento dei Giusti fra le Nazioni, per il riconoscimento del grande atto di altruismo compiuto da Gioacchino. La comunicazione ufficiale dallo Yad Vashem è giunta a maggio, ma non<WC> <WC1>è ancora stata annunciata la data di consegna dell’attestato alla famiglia Campagnolo, che avverrà all’ambasciata d’Israele a Roma. Giacomo e l’Istresco speravano che la cerimonia potesse combaciare con il viaggio in Italia di Diane, ma lei ripartirà per la Florida giovedì prossimo. A chi le chiede se ha mai visitato Auschwitz, dove è morto il padre, risponde seccamente: <WC>«<WC1>Non ci sono mai andata, non voglio vedere<WC>»<WC1>.<WC>

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