​Multa al sindaco-medico no vax. Szumski deve stare in isolamento, ma è in studio con i pazienti

Giovedì 20 Gennaio 2022 di Paolo Calia
Riccardo Szumski sindaco e medico di Santa Lucia di Piave
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SANTA LUCIA DI PIAVE - Ufficialmente a casa in isolamento fiduciario in quanto positivo, e in attesa dell’esito dell’ultimo tampone, ma di fatto nel suo ambulatorio in mezzo ai suoi pazienti. Infrangendo ogni regola. Riccardo Szumski, 69 anni, sindaco e medico di Santa Lucia di Piave, è stato quindi sanzionato dagli ispettori dell’Ulss 2 e ora dovrà pagare un’ammenda che oscilla tra i 300 e i 1.500 euro. Non solo: rischia anche una denuncia per aver violato la quarantena col pericolo di diffondere ulteriormente il virus.

Continua insomma il braccio di ferro tra il medico ribelle - idolo della folla no-vax per il suo rifiuto a vaccinarsi e per le posizioni estremamente critiche verso le modalità di cura del Covid - e le autorità. Quello con l’Ulss 2, poi, sembra ormai un duello senza esclusione di colpi.

E non è l’unico medico finito nel mirino: continuano le verifiche sull’operato di Massimo Falcoz di Loria, sorpreso dal Nas al lavoro senza Green pass, e sospettato di aver rilasciato esenzioni vaccinali a chi non ne aveva diritto. Circostanza che lui nega, ma che l’Ulss sta verificando con un’indagine interna.

L’AZZARDO

Szumski adesso è accusato di aver violato l’isolamento a cui era costretto da dieci giorni in quanto trovato positivo a un tampone. Il test iniziale se lo è ha fatto da solo, il 7 gennaio, andando in farmacia dopo un aver accusato i sintomi di quello che riteneva un semplice raffreddore. Invece è risultato avere il Covid. Si è quindi messo in auto-isolamento in casa senza, peraltro, fare mistero della cosa. Il protocollo in questo caso prevede che dopo 10 giorni dal primo tampone si debba farne un secondo, che deve risultare negativo, per poter tornare al lavoro o comunque uscire. Ma lo si deve fare in un Covid point o, comunque, in una struttura sanitaria e non autonomamente. E farsi quindi registrare, passaggio necessario per ottenere, in caso di negatività, il via libera. E Szumski, in questo caso correttamente, lunedì scorso, il 17 gennaio, ha effettuato il suo secondo tampone in una struttura sanitaria. Poi si è messo in attesa dell’esito. Di questi tempi però è necessario avere pazienza perché l’attesa minima è di 48 ore e, considerata la mole impressionante di test da valutare in queste settimane, può arrivare anche a 72 ore. E senza il certificato - il Green pass - che attesta la negatività, non si può fare niente. Bisogna restare a casa. Invece il sindaco/dottore ieri mattina, senza avere ancora il certificato in mano, è voluto andare lo stesso in ambulatorio. E dire che, dopo aver appreso di essere positivo, aveva chiarito che non si sarebbe mosso dalla sua abitazione e avrebbe continuato ad seguire i suoi pazienti online o al telefono. Per tutte le questioni pratiche e le emergenze invece, sarebbero stati i suoi colleghi sparsi nel territorio a sostituirlo. Tutto insomma, era organizzato. Ma, evidentemente, non è bastato. Szumski è andato in ambulatorio pur non sapendo se fosse ancora positivo, senza aspettare il risultato dell’ultimo test. Ma non solo: il giorno prima, martedì, aveva anche detto pubblicamente che lo avrebbe fatto. Voce puntualmente arrivata all’Ulss. Che non si è fatta trovare impreparata.

LA PROVOCAZIONE

E infatti ieri, a metà mattinata, due ispettori dell’Azienda sanitaria si sono presentati a Santa Lucia e sono entrati nell’ambulatorio di Szumski, che ovviamente hanno trovato aperto quando avrebbe dovuto essere chiuso, incrociando anche diversi pazienti tutti muniti di mascherina e distanziati. Si sono quindi qualificati a Szumski chiedendo il Green pass. E quello che il medico ha mostrato non andava bene: era scaduto. «Serve l’esito dell’ultimo tampone fatto alla fine del periodo di isolamento», gli è stato spiegato. Esito che, però, Szumski non aveva. A nulla sono valse giustificazioni e recriminazioni. E dire che gli sarebbe bastato attendere qualche ora in più prima di uscire. A distanza di tre giorni il risultato dell’ultimo tampone era ormai in arrivo. E con quello in mano, se negativo ovviamente, non avrebbe avuto problemi a uscire e riprendere la sua normale attività. Invece ha voluto giocare d’anticipo, infrangendo ogni norma di sicurezza. Così il medico è stato sanzionato e segnalato alla prefettura. La multa, a questo punto, è sicura. Ma lo sviluppo ulteriore sarà la denuncia penale.

LA BATTAGLIA

L’Ulss è anche pronta a segnalare nuovamente Szumski all’Ordine dei medici, che lo ha già radiato per le sue posizioni no-vax. Provvedimento contro cui è stato fatto ricorso e, a breve, dovrebbe arrivare il pronunciamento finale. Questa ulteriore segnalazione non farà altro che rendere ancora più corposo il fascicolo dedicato al medico/primo cittadino. 

Ultimo aggiornamento: 18:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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