L'imputato di violenza sessuale su due 13enni: «Le ho solo ospitate»

Martedì 2 Marzo 2021 di Denis Barea
L'imputato di violenza sessuale su due 13enni: «Le ho solo ospitate»
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CONEGLIANO «Ho dato loro ospitalità, non c’è stato altro».

Si difende l’operaio del coneglianese accusato di aver sequestrato e obbligato a dei rapporti sessuali due ragazzine di soli 13 anni. Ieri il gip Angelo Mascolo, dopo che l’uomo, un cingalese di 45 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto nei giorni scorsi, ha deciso che debba restare in carcere. Ma il cittadino dello Sri Lanka contesta tutta la ricostruzione fatta dagli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Mara De Donà, secondo cui l’11 novembre avrebbe segregato nel suo garage le due giovani, costringendole poi a subire violenza.

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LA DIFESA
«Smentisco - dice il suo legale, l’avvocato Stefano D’Orazio - che nei locali che sarebbero stati teatro della vicenda siano state trovate tracce di sangue o di liquidi intimi. Sono state rinvenute invece tracce del Dna di una delle due ragazzine, il che vuol dire semplicemente che sono state da lui, cosa che il mio assistito non ha mai smentito». È diversa la ricostruzione secondo il 45enne. «Prima delle 22 - prosegue l’avvocato - le 13enni hanno suonato al campanello di casa sua. Lui le conosceva e loro gli hanno chiesto ospitalità per la notte». A quel punto l’operaio le avrebbe fatte scendere in garage, allestito con dei letti «perché quando riceveva i parenti - sono le parole dell’avvocato - li faceva dormire lì sotto». «Al momento del loro arrivo - continua D’Orazio - c’era in casa il figlio del mio assistito, che ha 15 anni. L’uomo le ha quindi lasciate ed è solito di sopra, raggiungendo la propria camera per andare a dormire. Quanto al computer che sarebbe stato sequestrato contenente dei filmati pornografici che avrebbe fatto vedere alle due giovani, nel fascicolo d’indagine non è neppure menzionato».

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IL NODO
Su quello che accaduto il giorno dopo la difesa punta la propria attenzione. «Per l’accusa si tratterebbe di sequestro in quanto le ragazzine volevano andarsene ma il garage era chiuso dall’interno. Ma allora, perché non hanno usato il loro cellulari per chiedere aiuto, visto che sono sempre rimasti nella loro disponibilità? E se il cingalese conosceva bene la sua vittime, davvero le avrebbe fatte andare via dopo la violenza? Inoltre c’è il dettaglio del ritrovamento della bambine, che a onor del vero hanno una relazione difficile con le rispettive famiglie. Il 45enne se ne è andato al lavoro molto prima di loro e il figlio ha lasciato la casa per andare a scuola molto presto. Le ragazzine non hanno chiamato le famiglie o le forze dell’ordine non appena hanno capito di essere libere, sono uscite tranquillamente come se niente fosse, si sono dirette verso un centro commerciale, poi hanno preso l’autobus per raggiungere Treviso, dove sono state intercettate mentre erano con amici dalla Polizia che le stava cercando. Solo dopo hanno dato la versione che fa parte della denuncia». Nei prossimi giorni D’Orazio presenterà istanza al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione dell’uomo.

Ultimo aggiornamento: 19:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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