Il triangolo della longevità alle porte di Treviso: Lalo, Alessandrina e Zafira 101 anni a testa e non sentirli

Domenica 24 Luglio 2022 di Vittorio Pierobon
Edoardo Lalo Durante e Alessandrina Torresan

TREVISO - Il triangolo della longevità è a San Pelaio, periferia nord di Treviso, meno di 3mila anime (come si diceva una volta). E parliamo di tempi lontani, precisamente del 1921. Perché nel raggio di 500 metri, attorno alla chiesa, vivono ed abitano in una situazione di autosufficienza, ben tre ultracentenari. Tutti nati nel 1921. Forse è un record da Guinness. «Per la precisione - aggiunge il parroco, don Giuseppe Minto - fino a pochi mesi fa qui in zona erano addirittura quattro le persone ad aver superato il traguardo del secolo, perché il 21 maggio si è spenta Giuliana Dalla Bella, che di anni a giugno ne avrebbe compiuti 104, una donna estremamente vitale.

Pensi che fino ad oltre cent'anni, andava a Venezia a giocare al Casinò».

SCOPERTA
La scoperta dei tre over cento l'ha fatta un'altra persona che ha un bel rapporto con il tempo che passa, Grazia Collura, nota come la regina delle Barbie, che nel corso della sua vita ha confezionato oltre 8mila abiti unici per la mitica bambola. Pezzi che sono raccolti in un museo a Portobuffolè. La signora Grazia gli 88 anni non li aspetta più, ma la tempra è quella di una donna di mezza età, sempre attiva, ancora al volante della sua auto, piena di idee per la testa, generosa. «Io ho tanto tempo a disposizione e mi piace andare a trovare le persone più vecchie di me per fare un po' di compagnia. Così ho scoperto che ce ne sono ben tre che hanno 101 anni: Edoardo Lalo Durante, Alessandrina Torresan e Miss Riservatezza, di cui preferisco non fare il nome, perché non sono stata autorizzata».

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Rispettiamo la privacy, ma possiamo svelare che si tratta di Zafira Moro, che i 101 anni li ha festeggiati in primavera ed effettivamente ha una vita molto riservata, accudita dai familiari. Gli altri due super nonni, invece, hanno una vita sociale molto più attiva. In particolare Lalo Durante, nato a Ponzano il 16 aprile del 1921 è un personaggio molto noto a San Pelaio, dove per anni, assieme alla moglie Carmela, ha gestito l'osteria da Spin, storico punto di ritrovo per gli abitanti della zona. Poi, dal 1978 fino al 1998, ha gestito l'edicola del rione. Ultimo di otto fratelli, è stato profondamente segnato dalla Seconda Guerra Mondiale, come racconta in un libretto, a cura di Liana Maria Bisiol, intitolato Ritorno dall'ansa del Don. Spedito in Russia a 21 anni, dopo un addestramento sommario con nella testa l'idea, inculcata dalla propaganda fascista, di andare a conquistare nuove terre.

LA GUERRA
Una passeggiata che sin dall'inizio si rivelò tremenda: 8 giorni su una tradotta militare per raggiungere Varsavia, da dove, con otto giorni di marcia è arrivato a Kharkiv, cittadina ucraina che in questi ultimi mesi è tornata purtroppo alla ribalta per le battaglie con l'esercito invasore russo. Lalo più che combattere ha dovuto fuggire. La campagna di Russia è stata una disfatta, nonostante pagine eroiche, per l'esercito italiano impreparato, mal equipaggiato e mal guidato. Lalo è uno che ce l'ha fatta a salvarsi. Altri centomila non sono tornati. Le pagine del suo diario raccontano di sofferenze, atrocità e crudeltà, che sono il denominatore di tutte le guerre, ma anche di grandi gesti di generosità che gli hanno salvato la vita. Una ritirata a piedi di 800 chilometri, durata tre mesi, durante il gelido inverno russo. Ancora oggi a 101 anni, portati con grande dignità e vigore, la mente torna sempre lì: «Le persone che ho conosciuto in Russia, coloro che mi hanno aiutato nei momenti in cui avrei potuto morire, sono sempre dentro di me».

TRANQUILLA
Meno movimentata la vita di Alessandrina Torresan, che il 5 agosto festeggerà i 101 anni. Famiglia contadina, era la seconda di otto fratelli, e in casa non c'era certo abbondanza. Racconta che il padre le faceva gli zoccoli in legno risuolati con i copertoni delle bici, con l'invito ad usarli il meno possibile, perché dovevano durare a lungo. Il materasso era riempito con foglie di granturco, e a tavola il piatto principale era la polenta. Tanto lavoro domestico fin da piccola. Gli anni più riposanti sono quelli che vive adesso, accudita dalla figlia Caterina. «Sono servita e riverita, mi sento come la regina Elisabetta, che è quasi mia coetanea», dice con una punta di ironia. In casa si muove con il carrello, che lei chiama «la mia Ferrari».

SPERANZA
Zafira, Lalo e Alessandrina hanno come denominatore comune vite di lavoro e sacrificio, ed una vecchia lunga e serena. «È per questo che queste storie vanno raccontate - sintetizza lady Barbie - danno speranza a tutti. Invecchiare è inevitabile, ma riuscire a farlo così dà serenità. Soprattutto è bello invecchiare restando a casa propria e non rinchiusi in qualche ospizio. Questo è un inno alla vita». Anche l'ambiente tranquillo, ancora agreste, pur essendo in periferia di Treviso, aiuta a invecchiare bene. «Qui a San Pelaio - chiosa il parroco - l'atmosfera è serena e noi abbiamo una fibra robusta. Si vive bene, in pace con se stessi». Forse è questa la ricetta di lunga vita: la serenità.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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