Marcon dopo le dimissioni da sindaco di Castelfranco: «Con certe persone mai più»

Potrebbe ritirare le dimissioni se qualcuno in consiglio comunale facesse un passo indietro

Lunedì 26 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Stefano Marcon

CASTELFRANCO - «Con certe persone, io in consiglio comunale non mi siedo più. Che facciano loro le riflessioni». È il punto fermo messo da Stefano Marcon all’indomani delle clamorose dimissioni da sindaco di Castelfranco, e di conseguenza anche da presidente della Provincia. Il terremoto è partito dalle fratture interne alla Lega in consiglio comunale. Senza che il partito prendesse provvedimenti. Dopodiché Marcon ha allargato il cerchio a una dimensione politica con un post su Facebook criticando aspramente un Carroccio che a suo dire oggi strizza l’occhio alla comunità Lgbt per questioni di consenso, crea centri per il cambio di sesso (il riferimento è a quello dell’azienda ospedaliera di Padova), pensa al ponte sullo stretto di Messina e ha dimenticato l’autonomia e il Nord. «Stesso disagio, forse un po’ di più, di quando vedevo i leghisti con le corna – ha spiegato – a qualcuno hanno ucciso un sogno, a me l’hanno trasformato in un incubo». Ma le cose non sono ancora definitive. Marcon, come prevede la legge, ha 20 giorni di tempo per ripensarci. E lascia intende che potrebbe farlo, ritirando le dimissioni, se qualcuno in consiglio comunale facesse un passo indietro. Sostanzialmente dimettendosi.

Stefano Marcon, partiamo di Castelfranco. Con chi non si vuole più sedere in consiglio? Il riferimento è a Stefano Pasqualotto e al gruppo misto che si è staccato, pur rimanendo leghista, arrivando di fatto ad avere un diritto di veto in maggioranza?

«L’ha detto lei…».

L’ex sindaco Luciano Dussin l’ha invitata a ritirare le dimissioni, a confrontarsi e a chiedere un voto di fiducia in consiglio.

«Il confronto non è mai stato un problema».

Si vede ancora in Lega dopo il duro attacco che ha riservato al partito?

«In merito alla posizione mia in Lega, mi metto anch’io tra quelli che professano di essere amministratori e non politici. E come loro lo farò a geometria variabile. Non penso mi espelleranno. Se mi ricondurranno a un rispetto dei ruoli, cosa che condivido da sempre, mi adeguerò».

È stata una scelta quella di dimettersi nello stesso giorno del congresso regionale che ha incoronato il “salviniano” Alberto Stefani, sindaco di Borgoricco, contro il trevigiano Franco Manzato, come segretario veneto del Carroccio?

«No, il congresso non c’entra nulla. E fino ad ora (ieri pomeriggio, ndr) non ho sentito Stefani, come non ho sentito Mario Conte né Luca Zaia».

Nel post ha puntato il dito contro la Lega che strizza l’occhio alla comunità Lgbt.

«È una questione di priorità. Da amministratore sono più concentrato sul diritto al lavoro, alla casa, alla salute e sul contrasto alla povertà. Penso abbiano bisogno di più attenzioni. Rispetto al tema dei diritti, mi interrogo spesso sui bambini. Ricordando l’articolo 315 bis che leggiamo ogni volta che sposiamo qualcuno, spero che quando i figli saranno in età di discernimento non si interroghino sul fatto se sono figli di un atto d’amore o di 100mila euro. Anche sui 33 casi impugnati dalla Procura (le iscrizioni a Padova di figli di coppie omogenitoriali, ndr) rifletto sulle priorità: parliamo ben che vada dello 0,33% dei casi. Meritano comunque rispetto, ma vanno trattati con la priorità del caso».

Non ha nascosto le perplessità nemmeno sul nuovo centro per il cambio di sesso.

«Penso ai punti nascita. Mi dicono che quando scendono sotto ai 500 casi all’anno diventano a rischio rispetto alla capacità di gestire situazioni difficili. Per quanto riguarda il centro per il cambio di sesso, penso non ci siano molti casi in Veneto. Visto che può servire, sarebbe opportuno crearne uno a livello nazionale. Magari anche in Veneto. Ma deve pensarci il legislatore nazionale, non io amministratore. E non mi sento né incivile, né razzista né tanto meno omofobo».

Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 13:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci