Autovelox nel trevigiano, caso al ministero: «Via quelli irregolari»

Venerdì 7 Luglio 2023 di Mauro Favaro
Autovelox nel trevigiano, caso al ministero: «Via quelli irregolari»

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Il ministro dell’Interno verifichi le autorizzazioni per gli autovelox automatici rilasciate dalla prefettura, facendo togliere gli occhi elettronici illegittimi installati su strade senza i requisiti necessari. È questa, in sintesi, la richiesta che arriva da Luciano Dussin, già deputato della Lega, ex sindaco di Castelfranco, oggi capogruppo in consiglio comunale.

La crociata 

E la questione è destinata ad arrivare a stretto giro sulla scrivania di Matteo Piantedosi. «Ho chiesto ai parlamentari della Lega di invitare il ministro ad attivarsi con le prefetture - spiega Dussin - per verificare se le autorizzazioni per gli autovelox automatici siano da rivedere in base alla recente sentenza della Cassazione che prevede il loro uso solo su strade extraurbane con banchine laterali che permettano la fermata di un veicolo senza intralciare la circolazione». L’ex sindaco è da tempo impegnato in una crociata contro quelle che reputa delle esagerazioni sul fronte dei controlli. «Autorizzare l’uso degli autovelox automatici su rettilinei extraurbani con limiti appositamente abbassati da 90 a 70 chilometri orari vuol dire autorizzare rapine di stipendi e pensioni. A Castelfranco non li abbiamo voluti» mette in chiaro. Tra i comuni, però, ci sono vistose differenze. Dussin indica innanzitutto le installazioni lungo la regionale 53, la Castellana, tra il tratto trevigiano e quello in provincia di Vicenza. «A parità di incidentalità, ci sono Comuni che incassano 10 milioni l’anno dalle multe e altri 20 volte meno - punge - facile fare i sindaci così. Facile dare autorizzazioni con le indennità che percepiscono i prefetti. La sentenza della Cassazione dovrebbe imporre di rivedere tutte le autorizzazioni rilasciate dove le banchine laterali sono insufficienti. Invece attendono i ricorsi che uno su mille può permettersi di fare. Tanto per loro va bene così». Si apre una discussione quanto mai ampia in una provincia come la Marca, negli ultimi mesi più volte funestata da incidenti stradali mortali.

Il caso di Vallà di Riese Pio X

Proprio ieri è emerso il caso riguardante l’autovelox installato ormai da 6 anni in via Kennedy a Vallà, la strada provinciale tra la frazione di Riese e Castelfranco con limite a 70 all’ora. Il Giudice di pace di Treviso ha accolto il ricorso presentato dall’associazione Altvelox, che ha sollevato anche il nodo delle banchine, annullando una multa da 42 euro affibbiata a un dipendente di una società bellunese che aveva superato il limite di 4,20 chilometri orari. Non solo. Lo stesso giudice ha anche evidenziato che l’autovelox in questione è stato piazzato su una strada che non ha i necessari requisiti. In altre parole, è illegittimo. Come già capitato, però, l’unico effetto concreto al momento è quello dell’annullamento della singola multa. Anzi, non è ancora detto. «Valuteremo se impugnare l’atto - spiega Matteo Guidolin, sindaco di Riese - ma l’autovelox rimane lì: non c’è alcun motivo per toglierlo. Per quanto riguarda i requisiti tecnici, poi, le risposte dovranno eventualmente arrivare da chi l’ha autorizzato, tra Prefettura, Provincia e società che gestisce il servizio». «Indico solo un dato, l’unico che alla fine mi interessa rispetto al contorno - sottolinea il primo cittadino - nei miei primi 3 anni da sindaco su quella strada ci sono stati 4 morti. Da quando è stato messo l’autovelox, fatalità, non ce ne sono stati più». «Purtroppo l’unica arma sembra essere quella di toccare il portafoglio - conclude Guidolin - su questo punto ho sempre riscontrato una reazione bipolare da parte della gente: quando ci sono incidenti si grida al rischio sicurezza e alla necessità di montare autovelox, ma poi quando viene effettivamente installato diventa un’azione vessatoria».

Ultimo aggiornamento: 14:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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