Alpini all’adunata: «Grandi numeri e una nuova carica. Pronti a ripartire»

Lunedì 9 Maggio 2022 di giovanni lugaresi
Alpini all’adunata: «Grandi numeri e una nuova carica. Pronti a ripartire»

L'APPUNTAMENTO - Una marea di puntini neri, le penne dei cappelli d’ordinanza degli alpini; un’onda lunga di bandiere, gonfaloni, striscioni alla sfilata di due chilometri sul lungomare di Rimini, che ieri ha chiuso la 93. adunata nazionale dell’Ana in terra romagnola sotto un sole bellissimo. Una grande festa, una festa vera dove si sono celebrati i valori alpini, le tradizioni, la solidarietà. Ma anche la gioia dell’aggregazione, della condivisione, del senso di comunità, peraltro mai venuto meno in questi due lunghi anni di lotta alla pandemia. Tanto entusiasmo e un’emozione forte anche per gli alpini della Marca, presenti alla sfilata in più di 3500 come hanno sottolineato i presidenti delle sezioni di Treviso Marco Piovesan, di Conegliano Gino Dorigo, di Vittorio Veneto Francesco Introvigne e Valdobbiadene, Massimo Burol. Presenti molti sindaci e il governatore Luca Zaia. «L’accoglienza è stata incredibile, calorosa». Le consorelle hanno sfilato nel pomeriggio con diversi striscioni. E se Treviso ricordava il centenario della costituzione della sezione nel 1921, Valdobbiadene, che il secolo di vita l’ha compiuto quest’anno, eccolo recitare “Cent’anni con i nostri veci/ Altrettanti con i giovani” - segno di quella continuità generazionale che nelle Penne Nere non ha mai conosciuto contrasti. Da Conegliano, parole eloquenti: “C’eravamo, ci siamo, ci saremo”: la presenza volontaria, il sostegno a chi ha bisogno. Tutto si è svolto con ordine e disciplina. Dietro fanfare, cori, striscioni, a cominciare da quello trevigiano “Terra del Grappa del Piave del Montello”, e poi, sempre nel solco della memoria: “Medaglia d’oro Enrico Reginato/ 12 anni di prigionia nell’Urss”, la cui vedova Imelda (96 anni a novembre), assente a Rimini, ha seguito davanti alla televisione il passaggio delle Penne nere di Marca. Vittorio Veneto ha sfilato con in testa il vessillo decorato di quattro medaglie d’oro al valore militare. Quindi i cori, che sabato si sono esibiti in chiese e piazze, ricevendo apprezzamenti, tra cui anche quello di Gaiarine intitolato allo scrittore alpino Giulio Bedeschi; le fanfare: Maser, Montebelluna, Motta, Nervesa.
 

IL REPARTO SALMERIE
Non potevano mancare gli applausi del pubblico e dalla tribuna d’onore, al passaggio di Viola, Marna, Mila, Vulcano, i muli “civili” del Reparto Salmerie di Vittorio Veneto, in continuità con Iroso & C, ultimi “militari” della fu brigata Cadore, un segno della tradizione e di una “pagina di storia”. Fra gli striscioni, anche un riferimento al “Bosco” di Valle San Daniele, con la scritta “Le Penne mozze sfilano con noi”, poi (la ricostituita) “Associazione nazionale cavalieri di Vittorio Veneto” con il presidente Mario Collet.
 

LA MEMORIA
«Una soddisfazione aver riproposto la memoria dei Cavalieri di Vittorio Veneto a distanza di anni dal decesso dell’ultimo cavaliere - dice Introvigne - un ricordo bello e significativo». Un’adunata che ha ricaricato tutti. «Ripartenza e aggregazione finalmente - sottolinea Piovesan - i grandi numeri ci sono. Questa è la svolta, ripartiamo come sappiamo fare».
 

GLI EVENTI
Da festeggiare ci sono gli anniversari dei gruppi e l’adunata triveneta a luglio ad Asiago.

E c’è anche chi come Adriano Giuriato, del gruppo Salsa, dopo aver lasciato Rimini sabato per un impegno, ieri mattina è tornato proprio per la sfilata. «Non potevo certo lasciare le cose a metà». Presenti anche molti sindaci, alpini e non. C’è chi, come il sindaco di Spresiano ha dormito davvero poco sabato notte. «C’è voglia di stare insieme, di goliardia. Sono stato buttato giù dalla branda alle 3. Ci mancava proprio tutto questo» sottolinea Marco Della Pietra». «Una grande festa di popolo che mette in risalto il senso di comunità - commenta Fabio Chies, primo cittadino di Conegliano - ma c’è anche un velo di preoccupazione per il futuro». Il riferimento è al problema del ricambio. «La presenza degli alpini, fondamentale nel sostegno alla comunità con l’opera di volontariato, va salvaguardata».

Ultimo aggiornamento: 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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