Adunata nazionale di Rimini, la Marca risponde "presente!" con 5 mila penne nere

Giovedì 5 Maggio 2022 di Giovanni Lugaresi
Gli alpini trevigiani in sfilata

TREVISO - Tutto è pronto per la 93° adunata nazionale degli Alpini a Rimini-San Marino. Dalla Marca, al solito, le penne nere si muoveranno in massa. Si parla di più di cinquemila tra iscritti all'Ana, ex alpini e familiari. Di questi in circa 3500 sfileranno domenica per il centro del capoluogo romagnolo. Le quattro sezioni della provincia - Treviso, Valdobbiadene, Vittorio Veneto e Conegliano - hanno ormai ultimato i preparativi e le partenze sono già iniziate.

Tutto, insomma, è pronto per un appuntamento da due anni cancellato dal Covid. Ma il 2022 è l'anno della rinascita.

L'ORGANIZZAZIONE
Sebastiano Favero, il trevigiano presidente nazionale dell'Ana, è raggiante: «Un'adunata attesa come non mai, dopo i due difficili anni della pandemia, nei quali, comunque, i soci dell'Associazione Nazionale Alpini, pur rinunciando ai loro momenti celebrativi e festosi, si sono messi a decine di migliaia a disposizione della comunità con importanti servizi per contrastare il virus e appoggiare la campagna vaccinale. Sarà una grande festa fatta di incontri, ricordi, canti e iniziative culturali, che vuole soprattutto essere una visibile testimonianza del significato dell'essere alpino. uUn'essenza che poggia su valori come l'amore di Patria, il rispetto delle istituzioni, lo spirito di servizio, la solidarietà e la capacità di sacrificio, sviluppati e mantenuti vivi ed intatti in una storia associativa al traguardo del 103° anno di vita». L'adunata è il cuore dell'attività dell'Ana: «In sfilata verranno portati centinaia di striscioni con i motti scelti per testimoniare lo spirito alpino, tenacemente proiettato verso il futuro, come sta dimostrando la positiva esperienza dei campi scuola rivolti ai giovani dai 16 ai 25 anni».

LA STORIA
Uno dei punti fermi dell'adunata, come sempre, sarà la mitica Osteria la Vecchia che gli alpini coneglianesi guidati da Lino Chies da anni allestiscono nei punti strategici delle città scelte per la sfilata. Questa volta verrà montata davanti alla stazione di Rimini. Ma quest'anno l'allegria di sempre sarà appannata da un velo di tristezza. «Ci mancherà uno...», dicono. Chi infatti dopo la scomparsa l'anno scorso, di Beppe Parazzini, mitico ex presidente nazionale e anima delle Penne Nere, lombardo a tutti gli effetti, ma agli alpini veneti, trevigiani, coneglianesi, fortemente legato (fraterno amico di Chies), sarà a intonare la vecchia canta di stampo antifascista, nata a Genova fra gli anni Venti e Trenta del 900? Figli di nessuno era uno dei motivi preferiti che Beppe intonava nelle serate delle adunate nazionali all'Osteria La Vecchia dell'amico Lino, appunto, dopo il tradizionale brindisi Alziamo il bicchier/facciamo cin-cin, che si concludeva invariabilmente con l'entusiasmante Evviva gli alpin!, e fra un assaggio di salumi e carni allo spiedo al quale attendevano a turno Aldo Tomasella, Luciano Gagno, i gemelli Fortunato e Gianfranco Botteon, sotto la sovrintendenza, per così dire, del comandante Chies, Toni Battistella, e con ospiti di tutto riguardo: dai presidenti nazionali dell'Ana di turno a generali con la penna bianca sul cappello, a parlamentari come Carlo Giovanardi, sindaci vari - nonché il supporto dello speaker principe delle adunate, Nicola Stefani di Pieve di Soligo. Una delle realtà caratteristiche delle adunate scarpone da oltre un ventennio, non verrà comunque meno a Rimini. E non soltanto nell'affettuoso ricordo di Beppe Parazzini, ma anche di Gilberto Loschi, trevigiano di Colfosco, che era stato a sua volta della partita, prima di andare avanti, e che insieme a Beppe, costituisce memento delle Penne Nere, in virtù di quel senso di appartenenza che unisce gli alpini oltre la morte, perché, se è vero che gli alpini non hanno paura (una delle altre cante di casa all'Osteria La Vecchia) è altrettanto vero che essi hanno il senso della memoria! Pronti, allora, con le attrezzature, Lino Chies e amici alpini coneglianesi per l'installazione dell'Osteria, di fronte alla stazione ferroviaria, nel segno della continuità e della memoria. Un calice di prosecco-verdiso ci sarà, come sempre, per chiunque vorrà fermarsi, come pure un toc de formai e una spumiglia, e ci saranno anche, ovviamente, le cante tanto care a Beppe. L'unico problema sarà per Figli di nessuno per intonarla.
 

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