VAZZOLA (TREVISO) - «Alberto aveva trovato il lavoro della sua vita, gli piaceva così tanto, aveva tanta passione... io me lo ricordo con il furgone della Bofrost agli inizi, poi sono arrivati i pullman», parla tra i singhiozzi Rossella Narder, vicina di casa della famiglia di Alberto Rizzotto, autista alla guida del bus pecipitato nella serata del 3 ottobre a Mestre.
«Alberto lavorava con i turisti, le squadre di calcio, del suo impiego parlava sempre: sui social faceva quei post dove raccontava dove era e cosa faceva. Era un bravissimo ragazzo, un pezzo di pane». Difficile trattenere le lacrime per la signora Narder, che vive in quella frazione di Vazzola, Tezze di Piave, in provincia di Treviso, dove tutti si conoscono e i bambini li vedi crescere, li segui nei loro fallimenti e successi.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout