Treviso. Anna Bonamigo, la signora Panatta: «Il matrimonio con Adriano? La più bella cosa che potesse capitarci»

Domenica 31 Dicembre 2023 di Elena Filini
Anna Bonamigo, la signora Panatta

TREVISO - ​Enrico Mentana l’ha definita “la più bella volée” del campione. Avvocato e socialitè, “eterna bambina” come ama definirsi, Anna Bonamigo, da tre anni signora Panatta, ha portato in città campioni, bel mondo e un centro sportivo che sta diventando casa per i trevigiani. Da Cortina, dove per tradizione trascorre gli ultimi giorni dell’anno, racconta il suo 2023 e fa gli auguri alla sua città. «Abbiamo la fortuna di vivere in una città bellissima. Auguro di affrontare ogni giorno la vita con coraggio e speranza».


Come definirebbe il suo 2023? C’è un evento in particolare che ricorderà?
«È stato un anno positivo sia dal punto di vista sentimentale che professionale, so di essere una persona fortunata. A livello generale devo dire però che sono addolorata e molto attenta a quanto sta accadendo in Ucraina e tra Israele e la Striscia di Gaza. E’ una sensazione che quasi non riesco a spiegare. Un dolore misto a impotenza».


Quest’anno sono tre anni di matrimonio con Adriano Panatta. E’ felice della scelta?
«Siamo stati fortunati ad incontrarci e il matrimonio è la cosa più bella che potesse capitarci. Dopo il matrimonio abbiamo sviluppato un’intesa ancora più solida. L’amore e la passione si sono trasformati in un rapporto di affetto vero, in cui ci si prende cura l’uno dell’altra».


Vi siete mai detti: mannaggia non esserci incontrati prima?
«Io a volte glielo dico, ma forse non era il momento per incontrarci. Oggi stiamo vivendo il rapporto che vogliamo, forse saremmo stati distratti da altre cose. Evidentemente, quello era il momento giusto».


Ha conosciuto Yannick Sinner di recente, che impressione le ha fatto?
«Eravamo a Torino perchè Adriano ha fatto la telecronaca delle partite, un pomeriggio si sono incontrati ed era la prima volta. Averli visti insieme mi ha dato una forte emozione: due grandi campioni, due generazioni e due coppe Davis. Yannick è un ragazzo così perbene, educato e pur essendo un campione mantiene un’umiltà incredibile. Poi con Adriano dai sorrisi e dal modo in cui si parlavano ho colto subito grande stima e simpatia reciproche».


Mentana la definisce la migliore volèe di Adriano. E Panatta cosa dice?
«Era molto orgoglioso! Con Mentana ci frequentiamo a Cortina mi è molto simpatico e lo ringrazio per i bellissimi complimenti. In agosto è spesso ospite da noi. In questi giorni so che è a Cortina, spero di vederlo per un brindisi».


Perchè Adriano Panatta non tramonta ed è amato anche dalle nuove generazioni?
«Io vedo che la gente lo apprezza per il suo modo dI essere così perbene, per la sua ironia e per la sua generosità. A volte può sembrare ombroso, in realtà è il suo senso del pudore. E’ un uomo che non va oltre i limiti, ama molto la discrezione».


Parliamo di Treviso e dell’avventura del Racquet Club, come sta andando?
«Il club è una creatura di Adriano il quale si è unito a Philippe Donnet in questa avventura imprenditoriale. Io sono un’appassionata frequentatrice: faccio la spa, vado in palestra. E ci sono sempre per un consiglio. Devo dire che siamo molto contenti di come stanno andando le cose, soprattutto perchè le persone ci dicono di stare bene e di sentirsi in un’atmosfera rilassata e famigliare».


Le piace oggi la città? Approva come viene amministrata? Se dovesse dare un consiglio all’amministrazione Conte?
«Sono innamorata di Treviso e devo dire molto soddisfatta di come viene amministrata e curata. Trovo che l’amministrazione sia attenta alle aspettative dei cittadini a tutti i livelli, dalla cultura allo sport al decoro urbano. Un consiglio che mi sento di dare è di tenere alta l’attenzione sulla sicurezza, io per prima ho un po’ paura, alla sera inizia a capitarmi di accelerare il passo soprattutto se sono in determinate zone della città. Forse è solo suggestione, ma non mi succedeva prima».


Da avvocato e donna, come legge l’escalation di femminicidi che hanno investito il nostro territorio?
«Sono molto preoccupata e credo che la violenza sia un problema culturale, radicato nell’educazione familiare e sociale degli uomini. Lì prima di tutto bisogna agire. Come avvocato dico che il reato di femminicidio è stato ratificato solo nel 2013, sono state inasprite le pene ma purtroppo i provvedimenti di allontanamento non sono di facile attuazione perchè possono essere facilmente elusi. E’ un tema impegnativo, esige risposte su più piani. Anche l’arte può fare molto: credo che il film di Paola Cortellesi abbia avuto un esito così fortunato proprio perchè ha saputo raccontare una storia di violenza e di autodeterminazione esemplare. L’ho trovato bellissimo, illuminante».


Da anni la sua famiglia è legata da amicizia con il ministro Nordio: vi confrontate sempre come un tempo?
«Ci unisce un’affettuosa amicizia di anni e oggi riusciamo a ritagliarci dei momenti conviviali. Da noi trova la leggerezza: abbiamo trascorso la vigilia di Natale a casa nostra con lui e signora e padre Mariano che poi è dovuto scappare per la messa. Adriano, alla porta, ha detto al padre: “Mi raccomando salutamelo”. Intendeva Gesù, la sua è una fede un po’ singolare».


Qual è il suo elisir di giovinezza?
«Credo continuare a far vivere la parte di bambina che è in me, con la stessa curiosità e meraviglia di quando ero piccola. Poi certo, l’attività fisica. Adriano non fa più sport, io faccio sport sempre. Ciaspolate, nuoto, padel. Insomma, come dice spesso mio marito “Non mi arrendo!”».


Un augurio per i suoi concittadini di Treviso.
«L’augurio che rivolgo ai miei cari concittadini è lo stesso che faccio a me stessa e ai miei cari. Credo per prima cosa non sia affatto banale pensare alla salute e poi saper affrontare ogni giorno la vita con coraggio e speranza. Perchè questo tiene in vita i sogni».

Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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