Rovigo. Niente salvataggio per l'Iras. I revisori dei conti del Comune bocciano anche il piano B di Lega e Pd

Continua la trattativa sul futuro della casa di riposo, ancora nessuna soluzione in vista

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Elisa Barion
Casa Serena ha davanti un futuro di abbandono

ROVIGO - Anche i revisori bocciano la delibera bis, quella con il piano B avanzato congiuntamente dai capigruppo di Lega e Pd, Michele Aretusini e Nello Chendi, per cercare di evitare la messa in liquidazione dell’Iras, con un lungo e incerto contenzioso, come suggerito dal consulente legale Franco Mastragostino cui si è rivolto il Comune, ma che proprio in vista del contenzioso ormai alle porte, è stato secretato, ovvero nascosto alla conoscenza dei cittadini. Come del resto quasi tutta la trattativa sul futuro dell’Iras ha viaggiato su canali di estrema riservatezza, quasi che si trattasse di un segreto di Stato e non di una trattativa fra il Comune e la principale casa di riposo pubblica del territorio. Scelte.
Il parere dei revisori segue, non a caso, l’impostazione del segretario generale Alessandro Ballarin, con il quale, prima di esprimere la loro valutazione hanno per l’appunto chiesto un confronto, nonché quella del sindaco. A questo punto sarà difficile che la maggioranza dei consiglieri votino la seconda delibera, che farà la fine di quella contenente l’accordo di programma, che era stato suggerito dal sindaco stesso, ma che è naufragato perché, sulla base delle trattative con la Regione, è emerso essere insostenibile per le casse del Comune. Perché Casa Serena ha bisogno di lavori profondi che il Comune non è in grado di affrontare, oggi come nel 2004 quando con la convenzione scaricò tutto sulle spalle dell’Iras, che al tempo aveva conti e numeri ben diversi da quelli di oggi, dopo il proliferare di strutture private, dopo la pandemia e i rincari energetici.

Convenzione che comunque ha previsto che il Comune si impegnasse da parte sua a contribuire economicamente, allora forse si poteva, oggi non più, versando per 15 anni somme per un valore totale di oltre 1,5 milioni.

I dubbi

Il punto è: il Comune vuole o no intervenire sulla convenzione, ovvero il contratto che sta uccidendo Iras? La risposta, sostanzialmente, sembra di esito negativo. In realtà, quei 3,1 milioni anche in caso di messa in liquidazione dell’Iras verranno comunque chiesti al Comune dal liquidatore, oltre a quanto previsto sempre dalla convenzione riguardo a fornitori e lavoratori, in caso di scioglimento della convenzione. Senza contare i costi aggiuntivi per perizie e avvocati. Accanto a questo si aprirà, molto probabilmente, anche un ulteriore filone civilistico. Il tutto, inevitabilmente, con Casa Serena vuota e cadente, a meno che qualcuno non riesca a riallacciare i rapporti con Regione, Ulss e Ater, che al momento sono ai minimi termini. Nemmeno una telefonata nell’ultimo mese, solo qualche stoccata sulla stampa e qualche post risentito su Facebook. Se questa scelta farà risparmiare il Comune rispetto ai 3,1 milioni della transazione che può tenere in vita l’Iras, lo dirà il futuro.
Nella loro valutazione, i revisori dei conti di Palazzo Nodari scrivono che dalla proposta di delibera e da tutta la documentazione che la accompagna, pareri dei dirigenti compresi, «non emerge in modo chiaro e concreto il requisito dell’interesse pubblico derivante dall’ipotizzato esborso ad Iras; non si rileva un piano concreto di riutilizzo del bene a beneficio della collettività con conseguente appesantimento del bilancio del Comune ed effetti sugli equilibri considerati anche gli importanti costi manutentivi (sine die) e di messa in sicurezza; nella situazione de quo non sono dettagliati gli aspetti rilevanti le reciproche concessioni e la convenienza per il Comune di Rovigo; che è pur vero che l’ente ha tra i propri accantonamenti una posta di 3.127.515,29 euro allocata per finalità prudenziali, ma senza alcun riconoscimento di debito verso Iras».
Infine i revisori contestano la mancanza dei requisiti minimi per l’ammissibilità della transazione tra i due enti pubblici, come definita dalla Corte dei conti. Dunque, come detto, il parere è «non favorevole».
Nel frattempo è stata convocata per domani alle 17.30 la riunione della conferenza dei capigruppo che fisserà la data del consiglio comunale dedicato proprio all’Iras. Con un esito tutto da decifrare.

Ultimo aggiornamento: 07:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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