La crisi dell'Iras si fa più profonda e il prefetto riconvoca tutte le parti

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Francesco Campi
Un precedente incontro in prefettura: quel giorno per l'Iras sembrava tutto risolto, invece è stata un'illusione

ROVIGO - Mentre il prefetto Clemente Di Nuzzo ha nuovamente chiamato tutti i protagonisti delle vicende legate al futuro di Iras e Casa Serena, che ormai sono la nuova “storia del Sior Intento che dura tanto tempo e mai la se destriga”, ieri il capogruppo della Lega Michele Aretusini ha depositato la nuova versione dell’emendamento trasformato in proposta di delibera, con un ennesimo colpo di scena, il fatto che il secondo firmatario, presente al momento dell’atto depositato, è risultato essere il capogruppo del Pd Nello Chendi.

Con uno strappo nello strappo dello strappo, perché, come spiegano gli altri consiglieri del gruppo Dem, questa mossa non solo non era stata concordata, ma nemmeno preannunciata. Subito dopo hanno inviato la loro sottoscrizione anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Mattia Moretto e la consigliere Monica Gambardella.

LA CONVOCAZIONE
Intanto, però, mentre sugli aspetti politici la maggioranza, ormai liquida, ribolle e si interroga senza però trovare risposte visto che non è più chiaro quale sia la direzione, già ieri mattina il prefetto aveva diramato l’invito a una seduta del tavolo in prefettura, per le 16 di oggi, all’assessore regionale a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin, al commissario dell’Iras Tiziana Stella, al sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, al direttore generale dell’Ulss 5 Patrizia Simionato e al presidente dell’Ater Guglielmo Ferrarese, ovvero i rappresentanti di tutti gli enti che hanno lavorato all’accordo di programma ormai inabissato, nonché i segretari provinciali di Fp Cgil Davide Benazzo, che ieri era al mercato a volantinare per la manifestazione di venerdì, di Cisl Fp Franco Maisto e di Uil Fpl Cristiano Maria Pavarin.
Difficilmente l’incontro avrà toni distesi, visto clima di tensione e il diffuso pessimismo. E probabilmente il prefetto chiederà quale sia il piano B, ovvero quale strada venga prospettata dalle parti per arrivare all’obiettivo che tutti, da quando si è aperto il tavolo in prefettura nel giugno 2021, dichiarano di voler perseguire: la salvezza dell’Iras. Visto il naufragio dell’ambizioso accordo di programma, qual è la strada condivisa? Di condivisione, al momento, sembra essercene poca ovunque si guardi. E anche di strade, se non quella prospettata dalla nuova delibera Aretusini-Chendi. Che riprende quanto già due anni fa era stato prospettato dall’allora commissario dell’Iras Ezio Zanon, che giova ripeterlo, è stato per decenni il capo dell’avvocatura regionale, una sorta di “oracolo giuridico-amministrativo veneto”, ma che secondo le valutazioni del segretario comunale Alessandro Ballarin sarebbe impraticabile. Non vi sono atti né consulenze con le quali tale impraticabilità sia stata messa nero su bianco. O quanto meno, se ci sono, sono rimasti chiusi nei cassetti e sottratti anche alla conoscenza degli stessi consiglieri oltre che della città. Forse anche su questo sarebbe necessario fare piena luce perché è questo, ora, il nodo dal quale dipende il futuro della più grande casa di riposo pubblica del Polesine, ma anche di un contenzioso fra Comune e Iras che si preannuncia aleatorio e con cifre milionarie in ballo, se non da pagare alla fine dell’arbitrato, previsto dalla convenzione per la risoluzione delle controversie sulla convenzione stessa proprio come con le piscine, quanto meno da immobilizzare nel bilancio comunale sulla base della richiesta dell’Iras, che nel frattempo finirà in liquidazione, con i privati pronti a prelevare San Bortolo, lasciando Casa Serena, contenzioso e debiti al Comune. Il punto, anche questo conviene ribadirlo, non è che il Comune “dia soldi a Iras per salvarlo”, ma lavorare sulla convenzione di Casa Serena che dal 2004 lega Iras e Comune, e che per l’Iras non è più sostenibile. Sciogliendola consensualmente e transando con i 3,1 milioni già stanziati da tempo in un’apposita posta di bilancio, a stralcio dei debiti che il Comune stesso, con atto del 16 maggio ha riconosciuto, e chiudendo il contenzioso che di fatto si è già aperto con la comunicazione di rescissione unilaterale inviata lunedì dal commissario Stella. Questa la strada dell’emendamento. L’alternativa è lo scontro.

Ultimo aggiornamento: 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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