Porto Tolle. Granchio blu, bocciati i ristori: «Troppo poco, la bomba sociale sta per esplodere»

Bertaggia: «Decreto lacunoso, finanziabili solo le spese per le attrezzature destinate alla catture, non le attività»

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Anna Nani
Le reti anti granchio posizionate a protezione delle vongole nel Delta

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Bisognerà attendere dopo il consiglio di amministrazione che il Consorzio pescatori del Polesine ha indetto oggi per avere un’opinione dal comparto ittico sul decreto attuativo da 2,9 milioni di ristori previsti dal Decreto Asset per la cattura e smaltimento del granchio blu. Intanto, però, l’assessore alla pesca di Porto Tolle Tania Bertaggia ha le idee chiare. «Apprezzo certamente l’emissione del decreto da parte del ministro Francesco Lollobrigida con cui si disciplinano i criteri per richiedere il rimborso di somme sostenute dai consorzi in via prevalente, e dalle aziende, per la cattura e lo smaltimento del granchio blu – commenta –.

Questo permetterà al Consorzio di incamerare liquidità e rientrare parzialmente delle ingenti spese finora sostenute». 

La critica sui fondi

L’assessore avanza però un’obiezione. «È evidente che il decreto ministeriale è lacunoso: per quanto attiene la cattura sono finanziabili solo le spese per attrezzature mentre nel decreto non si indicano le spese sostenute per l’attività di pesca. Rimane peraltro escluso dalle spese ammissibili l’intero mese di luglio in cui sono stati conferiti per lo smaltimento ben 128.661 chili di granchi. Il decreto firmato dal ministro Lollobrigida è importante, ma rammento che vi è la necessità di adottare specifici provvedimenti per sostenere i pescatori nel periodo di mancato reddito e sospendere il pagamento dei ratei dei finanziamenti e/o mutui». Molto critica la posizione di Cosetta Nicolasi, capogruppo di opposizione: «2,9 milioni destinati a 3mila aziende di molluschicoltura coinvolte nella crisi del granchio blu: 3mila aziende di tutta Italia. Spalmati su tutta Italia, questi soldi sono briciole che non vanno a dare nessun tipo di conforto alle aziende in crisi come il nostro Consorzio. Rimarchiamo il fatto che il provvedimento non è minimamente in grado di dare conforto al nostro comparto, visto che nel decreto non è specificata nessuna area geografica interessata, ma le aziende, con corsia preferenziale per i consorzi, possono richiedere un rimborso spese nella misura del 80 fino al 100%: per la serie chi prima arriva meglio alloggia». 
Nicolasi torna poi sul tema degli ulteriori 10 milioni previsti a sostegno della ripresa del settore della pesca e dell’acquacoltura per la semina, il ripopolamento e l’acquisto di strutture fisse per proteggere gli allevamenti di vongole e novellame di sogliola e cozze. 

«La bomba sociale sta per esplodere» 

«Anche in questo caso l’aiuto è previsto per tutte le aziende italiane coinvolte, e non solo per il granchio blu visto che parlano addirittura di sogliole. Ribadiamo la necessità di trovare un provvedimento adeguato per far fronte alla gravità della situazione in atto. Gli emendamenti presentati dal senatore Andrea Martella miravano proprio ad aumentare in maniera sufficiente le risorse da elargire alle aziende della pesca in crisi, auspichiamo che vengano presi in considerazione. Come auspichiamo che il Governo ripensi alla necessità di riconoscere lo stato di emergenza. Anche il monito del responsabile di Coldiretti Veneto Pesca, Alessandro Faccioli, avverte che la situazione ormai è allarmante e parla di uno stato di forte agitazione in tutto il nostro comparto pesca. Sembra che il Governo con questa firma in extremis voglia bloccare la possibile manifestazione a Roma annunciata pochi giorni fa dai presidenti di alcune cooperative. Non bisogna accontentarsi. Perché come ormai ribadiamo da giorni, la bomba sociale sta esplodendo». 

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Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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