ROVIGO - Il Ramostorto ha la più alta concentrazione di batteri fecali dei corsi d'acqua principali del Polesine e una delle più alte di tutto il Veneto, oltre 25mila batteri di Escherichia coli per millilitro. Non una fogna a cielo aperto, ma un'acqua da cui stare lontani. Nel complesso, però sono solo due i corsi d'acqua che finiscono dietro la lavagna, insieme al Ramostorto a Rovigo anche il Valdentro a Fratta, mentre, mediamente, gli altri fiumi e canali polesani dal punto di vista della contaminazione di batteri fecali non se la passano poi malissimo secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto di Arpav "Qualità delle acque superficiali correnti a supporto degli usi irrigui", predisposto in vista dell'apertura della stagione irrigua, sulla base del parametro della presenza di Escherichia coli secondo i valori emersi con i campionamenti eseguiti fra 2021 e 2022.
I risultati
Per 16 dei 28 punti esaminati le acque rientrano nella categoria migliore, quella A1, ovvero utilizzabile senza alcuna limitazione. In particolare, 8 dei 9 punti di prelievo sul Po, a Villanova Marchesana, Corbola, Taglio di Po, il Po di Maistra ed il Po di Tolle a Porto Tolle, il Po di Gnocca a Taglio di Po, il Po di Goro ad Ariano, in questi quattro punti il problema, semmai, è l'elevata salinità dell'acqua dovuta all'imponente risalita del cuneo salino la scorsa estate, il Po di Levante a Porto Viro. Sempre sul primo gradino del podio anche lo Scolo Veneto a Taglio di Po, il Ceresolo a Villadose, il Cavo Maestro del bacino superiore a Salara, il Fissero - Tartaro a Giacciano con Baruchella e tutti e tre i punti di campionamento di Adria ovvero il Nuovo Adigetto, il Canalbianco, ed il Collettore Padano Polesano. In categoria A1 anche l'Adige a Chioggia, che significa pure Rosolina, quindi un ulteriore acqua polesana promossa.
Niente irrigazione
Per altri 5 corsi d'acqua, che rientrano nella categoria B1, scattano invece prescrizioni sull'irrigazione. Ovvero, l'esclusione degli ortaggi a radice fra le colture irrigabili e, nel caso di colture destinate ad essere consumate crude, la necessità di utilizzare solo tecniche di irrigazione che non comportino contatto dell'acqua con la parte edule. È il caso dell'Adige a Rovigo ed a Badia, il Ceresolo, sempre a Rovigo, l'Adigetto a Costa ed il Valdentro a Villadose. Sono solo 2, infine, i corsi d'acqua che rientrano nella categoria peggiore, la B2, immediatamente prima della C, che è quella che classifica le acque non utilizzabili per l'irrigazione. Per le acque B2, quelle di Ramostorto e Valdentro, è consentito solo l'utilizzo per colture non destinate al consumo umano crudo, come seminativi ed orticole da pieno campo, e sono previste anche prescrizioni per chi le utilizzi: «È raccomandato l'uso di protezioni personali da parte dei lavoratori durante e dopo il contatto con l'acqua. Evitare contatti accidentali delle acque con la popolazione, esempio deriva verso giardini pubblici di nuclei abitati».
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