Nuovi pesticidi e farmaci minacciano fiumi e falde, l'Arpa: «Particelle potenzialmente nocive per l'uomo»

Giovedì 23 Marzo 2023 di Marco Agrusti
Nuovi pesticidi e farmaci minacciano fiumi e falde, al via le analisi. L'Arpa: «Potenzialmente nocivi per l'uomo»

Si cerca di più, si trova di più.

Non vuole dire che le acque della nostra regione siano più inquinate di prima, ma è una realtà che semplicemente prende forma. E che non fa stare tranquilli, soprattutto se si pensa che determinate sostanze sono destinate a rimanere presenti per molti anni. Moltissimi anni. L’allarme, infatti, deriva sostanzialmente da un dato: si iniziano a trovare anche nelle acque della nostra regione (sia superficiali che sotterranee) delle sostanze potenzialmente nocive solo perché sono iniziati i campionamenti. 


I DETTAGLI
Dal 2005 al 2022, l’Arpa del Friuli Venezia Giulia ha praticamente decuplicato la sua capacità di indagine. Un impulso è arrivato anche dall’Unione europea, ma gran parte del lavoro è stato fatto “in proprio”. Nel 2005, ad esempio, i campionamenti riguardavano qualcosa come 54 sostanze. Alla fine del 2022, invece, la capacità di indagine è salita fino ad arrivare a 446 sostanze ricercate. È il dato più alto di sempre e la parte del leone la fanno i pesticidi. Sono di questa “specie”, per esempio, le sostanze “nuove” riscontrate poche settimane fa in un pozzo artesiano della Bassa friulana. Nel 2022 sono stati inclusi nuovi pesticidi, oltre ad alcuni metalli e farmaci. Tra le sostanze normate di recente rivestono particolare importanza i Pfas (sostanze poli- e perfluorurate, responsabili del cosiddetto inquinamento perenne) e i ritardanti di fiamma bromurati (molto persistenti nell’ambiente. Il 2020 ha risentito degli effetti della pandemia, non tanto in termini di numero di analiti, ma in numero di campioni analizzati e alcuni monitoraggi sono stati ridotti per riprendere a pieno regime nel 2021. La classe dei pesticidi risulta indubbiamente la più rappresentativa e comprende le sostanze attive e i metaboliti. I Pfas vengono impiegati per la produzione di impermeabilizzanti per tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, vernici, anche se l’uso più noto è il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina. Dal 2017 Arpa Fvg ha iniziato ad analizzare i 7 composti che sono poi aumentati progressivamente fino ai 21 del 2021. Anche i punti di monitoraggio sono triplicati (da circa 100 a 300) e i campioni sono cresciuti passando da 150 a oltre 700. 


IL MONITORAGGIO
«Sono inquinanti emergenti - spiega Arpa - le sostanze che la comunità scientifica ritiene potenzialmente pericolose per l’uomo e l’ambiente e delle quali si vuole conoscere ed approfondire la conoscenza, la distribuzione e diffusione territoriale. In questo elenco si ritrovano le sostanze della lista denominata Watch List stilata dall’Europa e periodicamente rinnovata che comprende farmaci, pesticidi e prodotti di normale uso alimentare o cosmetico. Si ritengono inquinanti emergenti le sostanze che portano al rischio di declassare la qualità dei corpi idrici, come il Glifosate, diversi metaboliti di pesticidi ancora poco conosciuti, oppure composti industriali impermeabilizzanti come i Pfas, nanoparticelle, sostanze per le quali sono necessari approfondimenti sulla distribuzione ambientale e sulla valutazione dei rischi per l’uomo e l’ambiente nel nostro territorio. Arpa Fvg ha proprio il compito di raccogliere dati di elevata qualità su queste sostanze per dare al legislatore tutto il supporto scientifico necessario a formulare dei limiti di legge il più possibile corretti, coerenti e sostenibili. I risultati dell’attività di monitoraggio e le informazioni che ne derivano diventano un supporto essenziale per i processi decisionali, oltre a fornire conoscenze a cittadini e imprese. 

Ultimo aggiornamento: 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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