PORTO TOLLE - Siccità, ritardi nei lavori di scavo della Regione, aumento della salinità, sviluppo di macroalghe. Quattro elementi che se combinati insieme rischiano di mandare in crisi il comparto ittico di Porto Tolle.
MACROALGHE
«La mancanza di pioggia che non da tregua, gli scavi in ritardo, fanno sì che non ci sia il necessario ricambio d’acqua tra i canali della laguna e il mare – spiega Marchesini -. Da qui la conseguente formazione di macroalghe verdi filamentose che diminuisce ulteriormente la circolazione di ossigeno nell’acqua. Si tratta di una combinazione letale, tanto che abbiamo perso la semina di vongole che era nata in primavera
ETTARI PERDUTI
Marchesini racconta come in Sacca siano già stati persi 50 ettari di zona coltivabile perché
RACCOLTA A MANO
Per contrastare questo fenomeno il Consorzio ha attivato delle squadre di pescatori per la raccolta a mano tramite ceste, nel frattempo ha contattato un’azienda specializzata che la prossima settimana dovrebbe arrivare con un macchinario apposito per ripulire le zone interessate. Una situazione davvero in bilico con i molluschi già sotto stress per il caldo eccessivo che rischia di far collassare il comparto qualora dovesse degenerare. “Non sappiamo più cosa fare, se è vero che contro il cambiamento climatico da soli non possiamo adoperarci, è anche vero che stiamo pagando i ritardi delle ditte affidatarie di interventi che sono già stati finanziati dalla Regione – conclude Marchesini -. Non si può andare avanti in questo modo, abbiamo bisogno di maggior celerità negli interventi programmati, perché con un’estate come questa rischiamo il collasso dell’intero comparto
Siccità, salinità e adesso le alghe che "mangiano" l'ossigeno: in pericolo vongole, cozze e ostriche del Delta
Giovedì 23 Giugno 2022 di Anna Nani
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