Siccità, salinità e adesso le alghe che "mangiano" l'ossigeno: in pericolo vongole, cozze e ostriche del Delta

Giovedì 23 Giugno 2022 di Anna Nani
Pescatori cercano di recuperare a mano le macroalghe

PORTO TOLLE - Siccità, ritardi nei lavori di scavo della Regione, aumento della salinità, sviluppo di macroalghe. Quattro elementi che se combinati insieme rischiano di mandare in crisi il comparto ittico di Porto Tolle. «Per evitare fenomeni di moria certa e non compromettere tutta la produzione abbiamo dovuto entrare negli orti che avremmo dovuto aprire ad agosto quando la richiesta è maggiore» a lanciare l’allarme è Luigino Marchesini, presidente del Consorzio pescatori del Polesine con sede a Scardovari, preoccupato da quanto sta succedendo nelle lagune dell’estremo Delta.

MACROALGHE

«La mancanza di pioggia che non da tregua, gli scavi in ritardo, fanno sì che non ci sia il necessario ricambio d’acqua tra i canali della laguna e il mare – spiega Marchesini -. Da qui la conseguente formazione di macroalghe verdi filamentose che diminuisce ulteriormente la circolazione di ossigeno nell’acqua. Si tratta di una combinazione letale, tanto che abbiamo perso la semina di vongole che era nata in primavera».
La salinità in Sacca di Scardovari è già arrivata al 35 per mille, quando il livello corretto per la stabilità e la salubrità dei mitili sarebbe tra il 15 e il 25 per mille. Se per contrastare la siccità i pescatori non possono fare nulla, c’è delusione per i lavori di vivificazione iniziati due anni fa, su finanziamento regionale, e non ancora conclusi. «Se gli scavi fossero stati terminati la situazione attuale non sarebbe così tragica – rimarca il presidente -. La circolazione dell’acqua sarebbe sicuramente maggiore, ma come possiamo programmare quando stiamo rischiando di perdere anche l’investimento del seme che abbiamo messo a dimora in laguna con il progetto Flupsy?».

ETTARI PERDUTI

Marchesini racconta come in Sacca siano già stati persi 50 ettari di zona coltivabile perché «non c’è più ricircolo d’acqua a causa della bocca di Santa Giulia che è completamente interrata. Se a questo aggiungiamo una temperatura anomala per il periodo e la troppa salinità per la mancanza di piogge i nostri allevamenti sono in pericolo».
Vongole, Cozza Dop e Ostrica Rosa del Delta sono a rischio moria se la situazione non migliora. Troppo caldo, poco scambio d’acqua tra laguna e mare, e le macro alghe verdi, quelle che i pescatori chiamano “l’insalata”, che sta proliferando in tutti gli specchi acquei non soltanto in Sacca, ma pure in Laguna del Barbamarco a Pila e al Canarin.

RACCOLTA A MANO

Per contrastare questo fenomeno il Consorzio ha attivato delle squadre di pescatori per la raccolta a mano tramite ceste, nel frattempo ha contattato un’azienda specializzata che la prossima settimana dovrebbe arrivare con un macchinario apposito per ripulire le zone interessate. Una situazione davvero in bilico con i molluschi già sotto stress per il caldo eccessivo che rischia di far collassare il comparto qualora dovesse degenerare. “Non sappiamo più cosa fare, se è vero che contro il cambiamento climatico da soli non possiamo adoperarci, è anche vero che stiamo pagando i ritardi delle ditte affidatarie di interventi che sono già stati finanziati dalla Regione – conclude Marchesini -. Non si può andare avanti in questo modo, abbiamo bisogno di maggior celerità negli interventi programmati, perché con un’estate come questa rischiamo il collasso dell’intero comparto».
 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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