Alle tre cliniche private polesane 67 milioni per prestazioni. Brusco: «Con quei soldi assumiamo 1500 operatori negli ospedali»

Venerdì 14 Luglio 2023 di Francesco Campi
La casa di cura "Madonna della Salute" di Porto Viro

ROVIGO - «Complimenti alle cliniche private polesane: in un periodo di crisi sono riuscite ad avere tanti soldi e molti più posti letto. La Sanità pubblica deve imparare, quando mai una clinica privata ha ceduto e pagato migliaia di prestazioni a un ospedale pubblico?». La domanda provocatoria arriva da Guglielmo Brusco, già assessore provinciale e da sempre paladino della sanità pubblica, che questa volta punta il dito sulle delibere 823, 825 e 826 firmate il 21 giugno scorso dal direttore generale dell’Ulss: «La direttrice Simionato, per conto della Regione, ha assegnato alle cliniche private polesane di Santa Maria Maddalena, Porto Viro e Rovigo, cifre rilevanti: 67 milioni di euro per il solo 2023, mentre gli ospedali pubblici polesani e veneti sono invece ai minimi per numero di posti letto». 
La cifra, al netto del ticket, emerge sommando le voci di spesa relative alle prestazioni delle tre strutture private convenzionate. In particolare, 27,5 milioni vanno alla Casa di cura Santa Maria Maddalena: 6,3 per le degenze dei residenti in Veneto e 12,5 per le degenze dei non residenti, 1,4 per l’assistenza specialistica dei residenti e 7 per i non residenti, oltre a 300mila euro per prestazioni di primo intervento e pronto soccorso. Alla Casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro, vanno 30,2 milioni, dei quali 19,5 per le degenze dei residenti in Veneto, 3 per quelle dei non residenti, 7,2 per l’assistenza specialistica dei residenti e 660mila per i non residenti e 820mila euro per i servizi di Pronto soccorso. Infine, alla Casa di cura Città di Rovigo, 8,8 milioni, così suddivisi: 5,9 per i ricoveri dei residenti, 569mila euro per i ricoveri dei non residenti, 1,9 per l’assistenza specialistica dei residenti e 450mila per quella dei non residenti.

RISPARMI E RICAVI

«Nel bilancio di esercizio 2021 - rimarca Brusco - oltre alla previsione regionale di 67.904.046 euro per le tre cliniche private, c’erano ulteriori vendite di prestazioni per 14.271.436 euro. Pertanto, il loro ricavo totale è stato di 82.175.482 euro. Insomma, oltre l’80% delle entrate da prestazione delle cliniche private polesane, sono stati soldi pubblici. Domanda: ma almeno una buona parte di questi soldi pubblici, non si potrebbe risparmiare?». Accanto a questa domanda retorica, Brusco ne pone un’altra: «Quanti stipendi annui di dipendenti negli ospedali pubblici polesani si potrebbero pagare per un anno con 67 milioni? A me risultano possibili stipendi per quasi 1.500 operatori. Con i quali, se, come sembra naturale, operatori pubblici e privati si equivalgono per qualità professionale e hanno a loro disposizione equivalenti strutture e strumentazione tecnica, credo che il servizio pubblico potrebbe fare, oltre quelle attuali, ulteriori prestazioni del valore di oltre 228 milioni di euro annui, negli ospedali pubblici di Rovigo, Adria e Trecenta. In particolare negli ultimi due, in grado di ospitare altre centinaia di posti letto ospedalieri, ora gestiti dalle cliniche private». A queste conclusioni , l’esponente del Prc, arriva anche spulciando i bilanci delle tre strutture, in grado di operare, spiega, «con un personale dipendente, viste le relazioni di bilancio 2021 delle tre cliniche, pari a 540 operatori, tra medici, infermieri, impiegati, e con un costo complessivo del personale pari a 24.150.410 euro. Il costo medio per dipendente è stato 44.722 euro annui, il valore di produzione media per operatore 152.176 euro cadauno: 82.175.482 euro prodotti da 540 operatori».

PERCHE DELEGARE? 

Concludendo, Brusco chiede: «Sono sbagliati questi conti, oppure si potrebbe pensare, come detto in sostanza alla Regione Veneto, nel 2009, dal direttore dell’Ulss 18, Adriano Marcolongo, di risparmiare facendo in proprio, negli ospedali e ambulatori pubblici, quello che si delega ancora a tante cliniche e centri medici privati? Se Marcolongo avesse avuto ragione, si è cercato di realizzare quei possibili risparmi di denaro pubblico? È sbagliato pensare a possibili non realizzati risparmi regionali per centinaia di milioni pubblici?»
 

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