Il caso Matteotti e il grido della stampa cattolica nel libro di Adriano Mazzetti

Venerdì 8 Dicembre 2023 di Ivan Malfatto
Matteotti

ROVIGO - Si avvicina il centenario dell'omicidio di Giacomo Matteotti, snodo politico cruciale della storia d'Italia. Le celebrazioni avranno l'apice il 10 giugno del prossimo anno, ma diverse iniziative sono già in atto. Fra queste il nuovo libro "Matteotti giugno 1924. Il grido della stampa cattolica" (Biblioteca del Seminario, Rovigo, pp. 144). La presentazione si terrà domani alle 16 a Fratta Polesine, paese natale del deputato socialista, nella sala conferenze del "Manegium". L'autore Adriano Mazzetti sarà intervistato da Giampaolo Romanato, presidente del comitato scientifico della Casa museo Matteotti. Mazzetti, studioso rodigino di lungo corso, ricostruisce le reazioni dei settimanali diocesani, di testate dell'Azione cattolica, di quotidiani prossimi al mondo ecclesiale e al partito Popolare all'assassinio di Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924 a Roma, a seguito delle denunce sulle violenze e i brogli elettorali con i quali il partito di Benito Mussolini stava trasformando lo Stato italiano in una dittatura. «Nel complesso i quotidiani, i settimanali, i quindicinali hanno messo in luce un folto gruppo di sacerdoti, intellettuali, scrittori, educatori - scrive Mazzetti - che interpretavano ed esprimevano in forme adeguate e convincenti la netta riprovazione del crimine, le attese di giustizia, l'ansia di pacificazione, sentimenti diffusi nella base popolare, tra la gente comune delle parrocchie e dei paesi».

LA RICOSTRUZIONE

In una parola hanno lanciato quel "grido" cattolico parola simbolo nel titolo. Meno forte ed esplicito in Polesine, la terra di Matteotti, affidato al settimanale "Il Popolo", dove dal 1922 imperversava «la crescente violenza del movimento fascista contro sedi ed associazioni cattoliche. Più forte ed esplicito è il "grido" proveniente da Treviso, Padova e altre province. Nel Trevigiano "La vita del popolo", diretto da don Antonio Poloni, la fa capire dal titolo dell'articolo di fondo del 21 giugno 1924: "Fosco epilogo di tutto un sistema: l'on. Matteotti ucciso a scopo politico". E il testo ne rispecchia il tenore: «Corre sulla bocca di tutti l'ipotesi di un assassinio politico, avendo l'on.

Matteotti dei documenti che si dicono compromettenti per personalità fasciste e che avrebbe dovuti portare alla Camera durante i lavori parlamentari. Questo truce assassinio ha colpito violentemente, come una scudisciata in faccia, la nazione. Non si era predicato che la violenza sui non fascisti è santa? Non aveva detto, il duce, che i fascisti dovevano essere preparati a tutto, fino a uccidere? Non si sente in ogni discorso la minaccia di annientare chi toccherà il fascismo? Non vediamo noi dappertutto troppe violenze impunite?».

LA RICERCA

Mazzetti analizza complessivamente 18 pubblicazioni di Veneto, Trentino, Friuli, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Fra queste "L'Eco di Bergamo", "L'Azione" di Vittorio Veneto e di Novara, la "Difesa del Popolo" e "Il Popolo Veneto" di Padova, "Il Friuli" di Udine, due testate di Verona, tre di Vicenza. Sul "Nuovo Trentino", diretto da Alcide De Gasperi, si trovano gli interventi carichi di tensione morale di padre Giulio Bevilacqua. In più testate appaiono gli articoli di Mikros, pseudonimo del giornalista Ernesto Callegari, in ricordo del primo anniversario di un'altra vittima del fascismo, don Giovanni Minzoni, ucciso ad Argenta (Ferrara) il 23 agosto 1923. Ogni capitolo del libro un giornale e un "grido".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci