Detenuto aggredisce un'infermiera: ferita una guardia nella colluttazione

Lunedì 13 Luglio 2020 di Francesco Campi
La casa circondariale di Rovigo
ROVIGO - Momenti di paura in carcere, sabato sera, per il gesto inconsulto di un detenuto che avrebbe improvvisamente aggredito un’infermiera. A darne notizia sono Gioacchino Lenaris e Leo Beneduci, rispettivamente segretario regionale del Veneto e segretario generale dell’Osapp, Organizzazione sindacale polizia penitenziaria: «È successo nella sezione detentiva a regime chiuso al primo piano lato A – racconta Beneduci - Una infermiera, mentre distribuiva la terapia nel turno serale, è stata aggredita da un detenuto che ha bloccato alle sbarre del cancello della camera detentiva l’operatrice sanitaria. Pronto l’intervento degli agenti che hanno subito liberato la malcapitata. Uno degli agenti ha riportato, a seguito della resistenza e dell’aggressione del detenuto, lesioni guaribili in 7 giorni».
I NUMERI
In questo momento la casa circondariale di Rovigo ospita 229 detenuti a fronte di una capienza nominale di 212. Gli stranieri sono circa la metà, 102. Secondo il dato del Ministero della Giustizia aggiornato allo scorso aprile, il personale effettivo di polizia penitenziaria in servizio nel carcere rodigino è di 119 agenti a fronte di una pianta organica che ne prevede 123. Ancora maggiore la scopertura negli uffici con gli amministrativi, che sono 14 sui 20 previsti.
La casa circondariale sulla regionale 443 è una struttura nuova, inaugurata nel 2016, ma ha vecchi problemi. «Nonostante strutture ampie e nuove – si legge nell’ultimo rapporto di Antigone -, sono evidenti la sottoutilizzazione delle stesse e iniziali segni di deterioramento. L’istituto risulta sovraffollato, le attività trattamentali, pur varie e potenzialmente qualificanti, risultano esigue, sia per la scarsa ricettività che per lo scarso interesse dell’utenza. Esiste una sezione destinata alla criminalità organizzata, in cui difettano le attività trattamentali e la gestione della sanità risulta problematica. Il clima appare in linea di massima disteso, ma si sono rilevati tratti di severità e di rigidità». «Ancora una volta – aggiunge Beneduci tornando sull’episodio di sabato - denunciamo un’aggressione a carico di agenti di polizia penitenziaria intervenuti per evitare che un’ulteriore aggressione in danno di operatori sanitari potesse sfociare i ben più gravi conseguenze. Il tema delle aggressioni, come nell’episodio denunciato, non riguarda, seppur interessata in larghissima parte, solo la polizia penitenziaria, ma la sicurezza di tutti gli operatori che prestano servizio nelle carceri. Come sindacato continueremo a informare puntualmente l’opinione pubblica di una situazione che a nostro avviso è diventata intollerabile. Anche il riconoscimento per gli agenti che risolvono tali situazioni dovrebbe essere concreto, secondo la previsione del regolamento di servizio del corpo».
LA DENUNCIA
Nel luglio di due anni fa l’Osapp aveva portato alla luce un altro episodio avvenuto all’interno del carcere, con un agente della polizia penitenziaria rimasto ferito nell’intervento per dividere due detenuti.
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