Allarme per la guardia medica: da gennaio montanga senza il servizio

Giovedì 9 Dicembre 2021 di Davide Lisetto
Da genniao la montanga sarà senza la guardia medica

 Torna a creare timore per i possibili disagi il nodo legato alla carenza delle Guardie mediche sul territorio. Un grido d’allarme per i disagi che potrebbero derivare dal previsto stop delle sedi di Guardia medica nell’area montana. Sia in Valcellina che nella Val d’Arzino dal prossimo primo gennaio infatti, come annunciato dall’Asfo, gli ambulatori dei medici di guardia saranno chiusi. Il che significa che il servizio notturno e festivo di fatto non ci sarà. O meglio sarà trasferito nelle sedi di Maniago (per la Valcellina) e di Spilimbergo (per la Val d’Arzino): con la necessità per i residenti nei comuni montani di spostamenti anche di oltre cinquanta chilometri. Il problema a monte è lo stesso: non si trovano medici.
 

LE ALTERNATIVE
Una situazione che rischia di causare pesanti disagi. E per questo è all’esame dei sindacati dei medici (oltre che dei Comuni delle vallate) la ricerca di una possibile soluzione alternativa che possa coinvolgere i medici di medicina generale di quelle comunità il cui il servizio scomparirà. «L’ipotesi è quella - conferma Fernando Agrusti, segretario regionale della Fimmg, il maggiore sindacato dei medici di famiglia - di valutare, sulla base delle disponibilità volontarie, di allungare la reperibilità dei medici di famiglia fino alla mezzanotte. Per poi riprendere la mattina dalle 7 o dalle 8. Le urgenze notturne sarebbero coperte chiamando il 112 con l’intervento d’emergenza. È chiaro che il servizio andrebbe organizzato con delle turnazioni dei medici stessi. Ed è altrettanto chiaro che le ore in più di reperibilità dovrebbero essere coperte economicamente». Per questo il sindacato sta coinvolgendo tutti i medici dell’area montana per poi aprire eventualmente il confronto con Asfo e Regione. Una soluzione alternativa al “dirottamento” dei pazienti a Maniago e Spilimbergo che avrebbe il vantaggio di vedere in prima linea i medici che già conoscono i pazienti e il territorio in cui prestano servizio. A intervenire sulla questione e anche la sezione di Italia Viva del Friuli occidentale con i due coordinatori Nadia Rivaletto e Mauro Piva. «Il servizio di assistenza medica notturna e festiva rappresenta - sottolinea Luca Del Ponte, responsabile Sanità di Italia Viva - un elemento fondamentale di sicurezza e spostare il medico di guardia assegnando ai presidi di Maniago e Spilimbergo, già normalmente in affanno, anche tutta l’area montana è assolutamente improponibile. Si prospetta secondo quanto dichiarato da Asfo un forte utilizzo della telemedicina, peccato però che spesso il medico si trovi di fronte delle persone anziane che magari vivono da sole e che non dispongono di mezzi informatici e che necessitano della visita in loco, oppure del bambino che sta male e che non può certo essere trasportato per un centinaio di km solo per essere visitato».
 

BASTA COPIARE
Ecco la proposta già attuata in Alto Adige. «Si provi - sostiene Del Ponte - a valutare il coinvolgimento della medicina generale, che potrebbe inserire tra gli obiettivi aggiuntivi, nel servizio di assistenza dei territori interessati, come ad esempio avviene in Alto Adige dove i medici di famiglia garantiscono in associazione tra loro a turno un servizio di continuità assistenziale in territori sicuramente svantaggiati e difficili da raggiungere».

Un modella che la Regione Fvg potrebbe sperimentare proprio nelle valli pordenonesi.

Ultimo aggiornamento: 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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