La giostra “adatta” i termoscanner con l’idea presa dai punching ball

Mercoledì 20 Maggio 2020 di Marcello Bardini
Riccardo e Giorgio Cuoghi della ditta Lights Co di Bergantino
BERGANTINO -Di necessità virtù. È sicuramente questo lo spirito che anima da sempre la comunità di Bergantino. Nel 1929, in piena crisi, due bergantinesi meccanici di biciclette avevano ideato il primo autopista di quello che è l’attuale Distretto della Giostra, ma anche in tempi di Coronavirus lo spirito imprenditoriale del piccolo paese non si è fermato. 
La ditta Lights Co della famiglia Cuoghi (produttrice di luci per giostre e giochi automatici) durante il lockdown che ha bloccato la filiera del Distretto non si è lasciata scoraggiare e ha ideato un termoscanner, cioè un dispositivo in grado di rilevare la temperatura delle persone. Il tutto proprio per servire, ad esempio, quei luoghi che vorranno dotarsi di sistemi di rilevamento all’ingresso: «Non si tratta di un dispositivo medico – spiega Riccardo Cuoghi - ma di un sistema in grado di dare un segnale di via libera o di stop. L’idea ci è venuta costruendo i nostri “punching ball”, i tirapugni per i luna park. Abbiamo mantenuto la loro struttura verticale. I giorni di lockdown, in cui purtroppo siamo rimasti fermi col lavoro, ci hanno permesso di studiare come costruire i termoscanner». 
RILEVATORI INNOVATIVI
Due di questi innovativi rilevatori a colonna sono stati donati dalla ditta al Comune di Bergantino e al Museo della Giostra, che non ha riaperto lunedì 18, ma conta di poterlo fare dal mese di giugno.
La sindaca Lara Chiccoli ha espresso la propria gratitudine: «La ditta Cuoghi ha saputo reinventare la propria attività. Nonostante la grande tenacia non possiamo ignorare, però, che per loro e le altre aziende è un momento di estrema di difficoltà e lo sarà ancora di più se, finite le ultime commesse, l’emergenza proseguirà. C’è bisogno di supporto al settore dai vari livelli istituzionali». 
I parchi di divertimento di tutto il mondo, infatti, attualmente sono chiusi (tranne pochi casi, che però non hanno visitatori) e le fiere sospese. E non è un problema che si risolverà in poco tempo: le commesse che le aziende del Distretto hanno previsto per quest’anno sono state in gran parte annullate e il freno all’economia del settore si ripercuoterà su tutto il 2021. Insomma, se in tempi di guerra le aziende convertivano la produzione in armamenti, in questi giorni i Cuoghi, al contrario, si sono riorganizzati per produrre strumenti che possano “fare del bene”. Del resto, nel secondo dopoguerra, a Bergantino si costruirono giostre utilizzando pezzi di aerei e di carri armati. Va sottolineato che gli apparecchi dei Cuoghi sono totalmente “made in Veneto”: prodotti a Bergantino con un sistema di sensori realizzato dalla ditta XTeam Software Solutions di Rovigo, in seguito vengono tarati dal Laboratorio Metrologico Veneto di Padova e per il marchio CE all’Ufficio Certificazioni di Vicenza. Insomma, un bel risultato per una delle aziende storiche del Distretto: nata 30 anni fa come azienda costruttrice di luci in vetro soffiato, la ditta si è poi evoluta negli anni passando ai led, in mano a Giorgio Cuoghi che la gestisce col figlio Riccardo. Quest’ultimo, in particolare, ha saputo a sua volta reinventarsi: «Mi ero laureato in fisioterapia – racconta il 34enne – Ma dopo un anno e mezzo ho capito che la mia vita e la mia passione erano legate all’azienda in cui ero cresciuto. Così, oggi ne faccio parte a mia volta. Dal momento che la maggioranza dei nostri clienti è internazionale, diciamo che avere imparato inglese, tedesco, spagnolo e francese negli anni delle superiori mi aiuta molto».
E, infatti, a Coney Island, all’Oktober Fest di Monaco e al Prater di Vienna (tra gli altri) brillano molte luci costruite dalla famiglia Cuoghi.
Ultimo aggiornamento: 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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