Allarme smog: il sindaco salva i "brusavecia", ma non più alti di due metri

Domenica 5 Gennaio 2020 di Alberto Lucchin
Un tradizionale "brusavecia" a Borsea
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ROVIGO - Sì al tradizionale appuntamento del “brusavecia”, ma con criterio. Il Comune di Rovigo autorizzerà il rituale falò per l’Epifania qualora “sia stato sottoscritto l’impegno a non superare i 2 metri di diametro di base e i due metri di altezza e a utilizzare esclusivamente legno vergine (legno non verniciato e non trattato con solventi o simili) e ramaglie con basso contenuti di umidità e prive di fogliame e/o aghi per limitare la fumosità”.
LE LIMITAZIONI
Questo è quanto recita l’ordinanza sindacale emessa dall’amministrazione di Edoardo Gaffeo il 27 settembre 2019, stabilendo con parecchi mesi di anticipo l’unica ma fondamentale regole affinché gli organizzatori dei tradizionali roghi possano mettere in scena il rituale appuntamento con i “brusavecia”.
SEGNALI DI FUMO
È un modo antico con il quale una volta i veneti (e non solo) prevedevano il futuro in base a dove il vento avrebbe soffiato via il fumo e le faville, bruciando cose vecchie in un’alta catasta di legna. Alcuni, infatti, ancora credono che il fumo del rogo spinto dal vento di libeccio porti tante piogge e fertilità per le colture, mentre il vento di grecale da nord-est porti siccità e scarsi raccolti.
CAPPA DI SMOG
Purtroppo, però, visto lo stato in cui versa l’aria di Rovigo è facile predire sin da subito che il futuro di Rovigo non sarà dei più “verdi” visto che la Città delle Rose è attualmente la peggiore città veneta per quantità di smog.
TRADIZIONE E AMBIENTE
Per salvaguardare la tradizione e l’ambiente il sindaco Gaffeo ha così dovuto porre dei limiti in grado di accontentare tutti. Un espediente che è stato adottato anche da altri Comuni del Bacino Padano che hanno emanato l’ordinanza antinquinamento seguendo le linee-guida del patto interregionale, quindi per esempio a Treviso il limite previsto per quello che è per loro il “Panevin” è una catasta di 3,5 metri di altezza e 3 di larghezza, mentre a Padova, invece, non sono stati previsti limiti precisi, ma ci si affida al buon senso.
CATASTA DI LEGNA
Nel capoluogo polesano la catasta di legna non potrà superare i due metri di altezza, anche se fino agli anni passati tra Boara Polesine e la Tassina c’era una sorta di “gara” a chi faceva “la vecia” più alta. Sempre meglio del 2018, quando nei due quartieri non si era proprio potuto fare a causa della stessa ordinanza emanata all’epoca dall’allora Amministrazione retta dal sindaco Massimo Bergamin, che non aveva previsto alcuna deroga per questo tipo di tradizione.
EX VICESINDACO SILURATO
In quella occasione l’ex sindaco leghista era finito in un turbinio di polemiche e per tutta risposta diede il benservito all’allora assessore all’Ambiente Ezio Conchi, nonostante ci fossero stati i tempi e le modalità per intervenire preventivamente e non far saltare lo storico appuntamento (e la poltrona del suo vicesindaco).
LEGNO VERGINE
In ogni caso per il “brusavecia” non si potranno usare mobili vecchi o, comunque, legno verniciato. Solo legname puro, non altri materiali che possono produrre più fumo. In passato, in alcuni brusavecia gli organizzatori erano soliti buttarci anche pneumatici e altri oggetti in gomma: tanto basta a giustificare la precisione con cui è stato scritto quel paragrafo nell’ordinanza sindacale.
Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 21:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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