ADRIA - Adria International Raceway arrivederci o addio? La storia dell'autodromo è racchiusa in due date.
L'OPZIONE FONDO
Tutti i problemi sarebbero sorti in quel periodo. «Nel 2006 - ha spiegato l'ex presidente di F&M Luigi Scaglia - per continuare gli investimenti e ultimare l'Arena destinata a meeting e spettacoli e l'edificazione dell'Expò, da cui il nome F&M Fiera e motori, oltre ad altri investimenti in corso, quali le ex Canossiane e il centro commerciale adiacente all'autodromo, dei professionisti ci proposero, come strumento sicuro, la costituzione di un fondo immobiliare chiuso e riservato, in cui far confluire i beni immobili da sviluppare». Fu allora individuata la società di gestione del risparmio Darma, cui venne affidato l'incarico di predisporre uno studio, stimando e valutando immobili, attività, ricavi, costi e redditività del fondo. L'esito fu favorevole. «Motivo per cui - ha detto Scaglia - si è avviato l'iter di costituzione del fondo, secondo un piano di sviluppo che riguardava il completamento del recupero delle ex Canossiane entro il 2007 e la cessione delle unità immobiliari. Il piano prevedeva anche la realizzazione di un polo polifunzionale con trasformazione dell'Adria International Raceway da struttura sportiva a polo in grado di ospitare, gestire e organizzare una variegata offerta di eventi, spettacoli e altre forme di intrattenimento».
IL PROGETTO
Il progetto avrebbe portato la struttura ad avere un grande bacino di utenti. «Per raggiungere lo scopo - ha precisato Scaglia - sarebbe stato però necessario completare il palazzetto multifunzionale. All'epoca del conferimento l'impianto era in costruzione. Il completamento era previsto per settembre 2007. Era in programma anche la costruzione dell'Expò entro dicembre dello stesso anno. Entro il 2008 era inoltre prevista l'edificazione dell'area industriale, il completamento dell'ex cotonificio di Pordenone, l'edificazione dell'area commerciale e l'edificazione a Lorenzago di Cadore (Belluno) di unità immobiliari». In base allo studio per tali sviluppi immobiliari sarebbero serviti 83 milioni. Fu allora che, secondo Scaglia, F&M sottoscrisse il contratto d'affitto d'azienda con Darma, per 2.5 milioni annui, sproporzionato per i tempi ma concordato in funzione del completamento del piano di sviluppo. Un piano di sviluppo che non decollò. «L'atteggiamento di Darma - ha concluso Scaglia - non ha permesso la realizzazione del piano. F&M e Immobiliare San Rocco si videro costrette a impiegare capitali propri per supportare lo sviluppo dei singoli progetti».