Allarme inquinamento: tutta la pianura Padana e il Polesine sono una camera a gas

Mercoledì 21 Febbraio 2024 di Francesco Campi
L'impressionante immagine satellitare della cappa di smog sulla pianura Padana

ROVIGO - Una morsa invisibile, con il numero di superamenti della soglia massima giornaliera di concentrazioni di polveri sottili che è già arrivato in meno di due mesi quasi al limite che secondo le norme non va superato in un anno. A Rovigo sono già stati registrati 28 giorni di sforamento del valore di 50 microgrammi per metrocubo di Pm10, appena 7 sforamenti dal limite dei 35 annuali, mentre a Badia sono stati 29, a Borsea 25 e ad Adria 19. E se quest’ultimo valore può sembrare tutto sommato “buono”, basti pensare che in tutto il 2023 era stata l’unica realtà fra quelle monitorate in Polesine a restare al di sotto dei 35 sforamenti, con 26 giorni oltre il limite, e che l’anno scorso di questi tempi si era fermata a 15. Questo senza contare il Pm2.5, le polveri di diametro ancora più piccolo, per le quali non esistono però limiti normativi.

RESTA L’ALLERTA 1

Inevitabilmente, il “semaforo arancione”, l’allerta 1, con le annesse limitazioni alla circolazione, ai riscaldamenti e agli spandimenti di liquami in agricoltura, resta in vigore secondo le indicazioni di Arpav, che sottolinea però come anche la scorsa settimana «l’assenza di precipitazioni, i venti deboli e la marcata inversione termica hanno determinato condizioni atmosferiche idonee al ristagno degli inquinanti e favorito l’aumento progressivo dei livelli di polveri sottili nell’aria». Ma è in vista un miglioramento già da domani: «Cambierà completamente la circolazione atmosferica, a causa dell’arrivo di una perturbazione atlantica, che dovrebbe portare condizioni più favorevoli alla dispersione delle polveri sottili». Intanto, anche la domenica senza auto, segnata dalla festosa invasione della Rovigo in love, la centralina Arpav di largo Martiri ha superato i valori limite, con 58 microgrammi per metrocubo di Pm10.

LA NUBE DALLO SPAZIO

Ovviamente non si tratta di un problema solo polesano, ma di tutta l’area padana, dove l’aria in questi ultimi giorni è stata irrespirabile e si sono succeduti allarmi e avvisi a prestare attenzione, in particolare le persone “sensibili” sono state invitate a limitare le attività all’aperto e ad utilizzare mascherine. Situazioni visibili perfino dallo spazio, tanto che i dati dei satelliti Copernicus, hanno mostrato le impressionanti concentrazioni orarie di Pm10 in tutta la pianura Padana dal primo al 31 gennaio. Come nota l’Esa, l’Agenzia spaziale europea, «si può vedere chiaramente che la topografia e le condizioni meteorologiche uniche della valle contribuiscono all’accumulo di particolato e al deterioramento della qualità dell’aria, in particolare durante i periodi di stagnazione meteorologica. La pianura Padana, circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, funge da bacino naturale, creando un microclima che spesso intrappola gli inquinanti. In determinate condizioni meteorologiche, come le inversioni termiche, la valle diventa una conca dove si accumulano inquinanti, tra cui particolato e ossidi di azoto, portando ad elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici».

IL FATTORE INVERNO

Oltre alla geografia, incide anche il meteo, perché, nota ancora l’Esa, «I mesi invernali spesso vedono un aumento dei livelli di inquinamento a causa delle inversioni termiche e della maggiore domanda di energia per il riscaldamento. Durante questi periodi, le concentrazioni di particolato fine e grossolano, Pm2.5 e Pm10, tendono ad aumentare, causando preoccupazioni per la salute: il Pm10 è inalabile e può avere un impatto sulla salute respiratoria; il Pm2.5 pone rischi per la salute entrando nel flusso sanguigno attraverso i polmoni, causando malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie. L’accumulo di Pm2.5 e Pm10 costituisce una seria preoccupazione per la salute umana».
Un dato confermato nei giorni scorsi anche dal dottor Gian Luca Casoni, primario di Pneumologia di Rovigo, che ha rimarcato come «nei momenti di maggiore inquinamento atmosferico e di incremento delle concentrazioni di Pm10, al Pronto soccorso e negli ambulatori registriamo un aumento degli accessi di persone con crisi respiratorie».

 

Ultimo aggiornamento: 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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