ROVIGO - La città svetta ai vertici della classifica nazionale, al settimo posto. Ma c’è poco da esultare, perché la classifica in questione è quella delle città più inquinate d’Italia. E ancora una volta, il capoluogo polesano brilla per la pessima qualità della propria aria. A ribadirlo ancora una volta è il rapporto “Mal’Aria di città 2024” realizzato da Legambiente nel quale, come ogni anno, sono stati presi in considerazione, si spiega, «i valori di inquinamento forniti dalle sole centraline ufficiali di monitoraggio poste nelle città italiane capoluogo di provincia, elaborando i risultati ottenuti, riferiti all’anno solare appena concluso, il 2023, confrontandoli rispetto alla normativa nazionale ed europea in vigore, e interpretandoli alla luce soprattutto delle più recenti evidenze scientifiche in termini di impatto sulla salute e della conseguente evoluzione normativa europea in tema di qualità dell’aria».
LA MORSA
Inquinamento che, al momento, continua ad attanagliare Rovigo, ancora con il “semaforo arancione” del livello di allerta 1, dove gli sforamenti dall’inizio del 2024 fino a mercoledì sono già stati 20 dei 35 annuali, con una serie di superamenti consecutivi che sempre fino a mercoledì, era arrivata a quota 8, con tre giorni, da domenica a martedì, abbondantemente oltre il doppio della soglia giornaliera, ben oltre i 100 microgrammi per metro cubo e il culmine raggiunto lunedì, per l’appunto giorno della marcia dei trattori, con 130 microgrammi per metro cubo.
LA VALUTAZIONE
Nelle sue conclusioni, Legambiente nota come «il 2023 appena concluso è stato un anno interlocutorio per le città italiane dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Un anno con qualche luce e molte ombre. Si sono infatti registrati dei valori complessivamente più bassi rispetto al 2022 per quanto riguarda i principali inquinanti monitorati, quali le polveri sottili (Pm10 e Pm2.5) e gli ossidi di azoto, ma i meriti di questo miglioramento registrato sono purtroppo riconducibili quasi esclusivamente alle favorevoli condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato i mesi invernali del primo semestre del 2023 e il periodo autunnale. Meglio per i polmoni di cittadini e cittadine che ogni giorno sono costretti a respirare aria con concentrazioni di inquinanti dannose per la salute, meno bene per la reale efficacia delle azioni introdotte dal Governo, dalle Regioni e dalle amministrazioni comunali nel corso degli anni per fronteggiare questa cronica emergenza che affligge il nostro Paese».
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