Pini condannati, motoseghe in azione in corso Garibaldi come da programma

Ieri mattina ad Adria la ditta incaricata ha iniziato le operazioni di abbattimento. Cantiere presidiato dalle forze dell’ordine

Venerdì 24 Novembre 2023 di Guido Fraccon
Uno dei pini di corso Garibaldi

ADRIA - Il dado è tratto e non si torna più indietro. Sarà eventualmente la Procura, o chi per essa, a far luce se nella procedura di appalto, come denunciato da più parti, ci sono stati passaggi poco limpidi. È iniziata ieri mattina l’operazione di abbattimento dei pini di corso Garibaldi. A presidiare l’area cantiere numerosi esponenti di tutte le Forze dell’ordine, per evitare qualsiasi forma di protesta eclatante. L’unico timido segno di dissenso era affidato a uno striscione.
Solo poche ore prima, in sede di consiglio comunale, era emersa la verità su questa vicenda. A fornire le spiegazioni, non gli esponenti politici, ma i tecnici che hanno redatto, ognuno per la propria parte di competenza, il progetto. Significativo il commento del consigliere Lamberto Cavallari (Cavallari 2.0): «Quando la politica non decide o non comunica - ha detto - i tecnici decidono». 
 

RIGENERAZIONE URBANA
«Il progetto di rigenerazione urbana - ha spiegato il dirigente del Terzo Settore Andrea Portieri- è stato redatto, per la parte di sua competenza, dall’architetto Gianfranco Franchi, uno dei massimi esperti in materia di verde pubblico. Si avrà un aumento della superficie verde. A monte c’è stato un lavoro certosino. Ogni pino comporta un ingombro di sei metri, da una parte e della altra. Non era più tempo di parlare; bisognava andare avanti. La pericolosità dei pini è nota». «Ci siamo posti il problema degli alberi - gli ha fatto eco Franchi - e non abbiamo scelto alla leggera. Ci sarà un raddoppio del verde, anzi qualche albero in più, e una grande quantità di arbusti sempreverdi. Sulla scelta delle nuove essenze abbiamo scelto un compromesso tra piante grandi e piccole».
«Con questa operazione - ha ribadito Paola Sartori, altra progettista- avremo meno Co2, una maggiore biodiversità e aumento della superficie drenante. Saranno creati nuovi parcheggi nel raggio di cento metri». «Chiunque avesse vinto - ha sottolineato il sindaco Massimo Barbujani - i pini sarebbero stati tolti. Era a rischio il finanziamento, non c’era spazio per eventuali modifiche. Nessuno mai ha sollevato eccezioni, quando abbiamo approvato il progetto definitivo-esecutivo a luglio. I problemi sono emersi solo ora». 
 

MAGGIORE BIODIVERSITÀ
«Perchè non è stato detto in maniera chiara mesi fa? - Il quesito posto da Giorgio Zanellato (Pd) - ma non possono non essere considerate né le 500 firme raccolte da Legambiente né altro.

Non n è stato simpatico vedere, in zona cantiere, già i cartelli di inizio lavori prima del consiglio». «Solo 352 firme erano di Adria - ha replicato Barbujani - e c’era anche di uno di Hong Kong. I disegni relativi al progetto sono presenti da oltre un anno in zona Canareggio». Non sono mancate le polemiche tra Barbujani e il suo predecessore Omar Barbierato (Ibc) e tra Barbujani e qualcuno del pubblico. A Enrico Bonato, mentre leggeva la petizione Legambiente è stato silenziato il microfono. «Lei ha gettato la maschera - ha detto Barbierato- rivolgendosi al sindaco - e aveva 5 mesi di tempo per spiegare il progetto. Io avevo chiesto se era possibile salvare i pini e prima di abbatterli avrei chiesto una perizia sul loro stato di salute o sui problemi causati. Era prevista anche di piantumare nuove essenze in corso Mazzini e via Badini. «Barbierato ha dato l’ok al taglio dei pini - ha reiterato Barbujani, leggendo una corrispondenza tra l’ex sindaco e i tecnici - per la serie tolgo i pini e lo svelo dopo le elezioni». «La mail non è un atto pubblico - ha puntualizzato Barbierato- e non ho nulla da nascondere». 

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