Ex Polychimica, altro mezzo milione per una bonifica costata già 670 mila euro in sette anni

Sabato 24 Ottobre 2020 di Guido Fraccon
SITO ALTAMENTE INQUINATO La bonifica sta richiedendo ingenti risorse alle casse comunali

ADRIA Palazzo Tassoni investe altri 500 mila euro nella bonifica dell’ex Polychimica. Lo ha annunciato l’assessore al bilancio Wilma Moda durante i lavori di un consiglio comunale che era chiamato ad approvare una variazione di giunta del documento contabile di previsione. 
Il Comune inoltre ha affidato l’incarico allo Studio Sgi Ingegneria di Ferrara per far redigere la progettazione operativa, definitiva ed esecutiva della messa in sicurezza permanente dell’ex sito industriale di Bottrighe per un impegno di spesa presunto di quasi 40 mila euro. Questi soldi sono stati calcolati a forfait, su un importo ipotetico complessivo di lavori pari a 315 mila euro. 
TUTELARE L’AMBIENTE
L’operazione, una volta conclusasi, secondo l’amministrazione comunale garantirà la tutela dell’ambiente e della salubrità pubblica. Questi interventi infine saranno sostenibili sotto il profilo finanziario e realizzabili in tempi celeri. Solo al termine il sito ex Polychimica potrà essere alienato dalla curatela fallimentare in condizioni di sicurezza. Ad oggi, dal 2013, Palazzo Tassoni ha corrisposto per la Polychimica complessivamente 670.797,54 euro. Adria inoltre, con provvedimento reso all’udienza del 18 ottobre 2007, dall’allora il giudice delegato è già stato ammesso al passivo del fallimento di Polychimica per un importo di 179.400 euro in via privilegiata, con riconoscimento del privilegio speciale immobiliare. 
CRACK AZIENDALE 
L’azienda era stata dichiarata fallita il 6 ottobre 2005 dal Tribunale di Treviso. Considerato una vera e propria bomba ecologica, il sito mette da anni a repentaglio la vivibilità dei numerosi abitanti della più popolosa frazione adriese. La Polychimica, ricordiamo, finì nel mirino della magistratura esattamente 15 anni fa. 
EX DEPOSITO
L’azienda era nata come deposito per il trattamento di polietilene, ma sorse il sospetto che parte di questo non fosse smaltito correttamente. Da qui un’inchiesta che portò al sequestro, avvenuto nel 2005, di una vasta area ridotta, in sostanza, a discarica di materiali pericolosi come amianto, eternit, idrocarburi e con presunti fenomeni di infiltrazione nelle falde di sostanze tossiche. Molteplici anche gli avvisi dello Spisal in cui si sottolineava la pericolosità del sito per gli stessi lavoratori per una serie di carenze. 
IN FALLIMENTO
Lo stabilimento oggi, è nella mani di un curatore fallimentare e nell’area, sono stati fatti interventi di bonifica, in particolare per i residui di amianto, anche attraverso incapsulamento di coperture e sigillature varie. L’ex Polychimica era stato al centro delle cronaca non solo per le operazioni di bonifica ma anche a causa della presenza di alcuni soggetti extracomunitari, poi allontanati, che bivaccano nell’ex stabilimento. 
FONDO REGIONALE
La Regione nel dicembre del 2010 aveva assegnato al Comune di Adria un fondo di rotazione di un milione e 397mila euro per gli interventi di bonifica, un fondo soldi da restituire in 15 anni, a partire dal giugno 2015.
Correva invece il 1996 quando la Polychimica acquistò un’area dell’ex zuccherificio del paese della sinistra Po con l’intenzione di edificare un impianto di recupero di teli in plastica da agricoltura, con l’impegno di mettere in sicurezza e bonificare gli immobili ed i materiali contenenti amianto, comprese le coperture dei fabbricati.
Guido Fraccon
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Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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