Zaia ai sindaci: «Date più spazio all'aperto ai bar e ristoranti, il settore è devastato»

Mercoledì 14 Aprile 2021 di Alda Vanzan
Piazza San Marco deserta

VENEZIA - Ristoratori e baristi possono contare sul sostegno del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ieri, dopo aver detto che va riconosciuta «la devastazione» subìta da questo settore, ha accusato il precedente Governo di non aver previsto adeguati aiuti economici e finanziari. «Col senno di poi - ha detto Zaia - gli aiuti a tutti, indistinti, non sono stati la migliore operazione».

E se adesso si punta alla riapertura delle attività economiche e culturali, pur graduale e con il via libera delle autorità sanitarie, un aiuto dovrà arrivare anche dai sindaci. Perché, ha sottolineato il governatore, è scontato che all'inizio, soprattutto nella fase di transizione, si prediligeranno i luoghi all'aperto. «E allora servirà che i sindaci diano una mano, qualche metro quadro in più per i plateatici».


L'INCONTRO
Il tema è stato trattato ieri a Marghera dal presidente Zaia nella consueta diretta social e televisiva dopo aver incontrato una delegazione della Appe, l'associazione dei pubblici esercizi di Padova aderente alla Fipe. Ristoratori, pizzaioli, osti, baristi, ha detto Zaia, «portano la tragedia di un settore, quello della ristorazione, di un comparto massacrato come non mai da questa vicenda del Covid. A questo si sono aggiunti i saliscendi delle normative che si sono susseguite. Abbiamo fatto con loro le linee guida dopo il lockdown di marzo 2020, loro l'idea di sanità ce l'hanno nelle vene». E dunque vanno aiutati, ha detto il governatore: «Per prima cosa va riconosciuta la devastazione economico-finanziaria che hanno subìto, con il senno di poi va detto che non hanno ricevuto quel che era giusto con gli aiuti a pioggia decisi, sbagliando, dal precedente governo. Il secondo livello riguarda le riaperture, bisogna riaprire con gradualità e buon senso, dobbiamo pensare alla fase di convivenza con il virus. Spero che il governo si esprima in merito anche riguardo alle linee guida per le riaperture sulle quali stanno lavorando le Regioni, lo faccia attraverso il Cts, attraverso le più grandi autorità che ha a disposizione, ma si esprima».
Quindi l'appello alle amministrazioni comunali: «Conosco il buon cuore dei sindaci e chiedo di valutare una graduale riapertura con spazi all'aria aperta, un piccolo sforzo degli enti locali sul fronte burocratico, per permettere di occupare più spazi all'aperto in questa fase di transizione. I ristoratori non rappresentano solo dimensione economica, ma anche identitaria, storica e culturale di questa terra».


GLI ALBERGATORI
Intanto gli albergatori hanno sollevato il tema dei lavoratori staguionbali. «Tra qualche settimana - ha detto il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon - circa 200mila persone provenienti da tutta Italia arriveranno in Veneto per lavorare nel settore turistico, 60mila dei quali nelle strutture alberghiere. Si chiamano stagionali e, dopo aver perso la stagione invernale, non aver avuto pressoché nulla come ristoro, oggi premono sui confini della nostra regione perché hanno bisogno di lavorare. La domanda è: che ne sarà della campagna vaccinale veneta, quando uomini e donne dai venti ai quarant'anni che arrivano da Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, verranno a lavorare negli alberghi, nei ristoranti, nelle spiagge venete? Ha ragione chi pensa che sia arrivato il momento di pensare ad una vaccinazione che superi le fasce di età, oppure dovremmo decisamente accelerare per arrivare al 1° giugno con almeno le prime dosi inoculate a tutti?». L'auspicio di Federalberghi Veneto è di disporre di un numero sufficiente di vaccini per poter ipotizzare di procedere su binari paralleli anche per le vaccinazioni degli addetti del settore.


IL BOLLETTINO
Intanto i dati della pandemia in Veneto sono in lento miglioramento: 1.040 i nuovi positivi in 24 ore, ma la pressione ospedaliera comincia a calare con 1.769 posti letto occupati nelle aree non gravi (-15) e 281 nelle terapie intensive (-12). «La situazione sembra aver preso una buona piega», ha commentato Zaia. Ma si continua a morire: ieri altri 31 vittime, con i decessi che hanno superato il tetto degli 11mila arrivando a 11.008.

 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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