Valanga travolge 4 alpinisti e 3 guide: ci sono i veneti Bellò, Toldo, Morellato e Bergamin

Lunedì 17 Giugno 2019
Valanga su 4 italiani in Pakistan: «Sono vivi»
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Quattro alpinisti italiani sono stati travolti da una valanga in Pakistan. La slavina ha coinvolto in tutto 7 alpinisti: oltre ai nostri connazionali anche 3 pakistani. Lo riferiscono soccorritori pakistani. L'incidente è avvenuto nelle prime ore del mattino, a quota 5.300 metri nella valle di Ishkoman, nel distretto di Ghizer. L'esercito pachistano sta organizzando una missione di soccorso che però non partirà prima di domani a causa delle condizioni meteo e della lontananza della base dal luogo dell'incidente. Sono stati comunque avvistati e sono vivi.

GLI ALPINISTI
La spedizione è guidata da Tarcisio Bellò (che ha riportato alcune fratture) e composta da Luca Morellato - entrambi di Quinto Vicentino -, David Bergamin - di Castelfranco (Treviso) - e Tino Toldo (Vicentino). I pachistani sono Nadeem, Shakeel e Imtiaz (quest'ultimo risulta disperso).

I quattro, assieme alle guide, dovevano raggiungere la cima, inviolata, di una montagna di 5.800 metri, nell'area Hindu Kush, che doveva essere ribattezza Lions Melvin Jones peak, in onore del fondatore del Lions Club

IL RITRATTO DEI QUATTRO VENETI Alpinisti travolti dalla slavina in Pakistan: ecco chi sono

 

 

L'incidente è avvenuto in una zona remota e le comunicazioni sono difficili. L'obiettivo della spedizione era appunto l'Hindu Kush, individuata nel 2017 dall'alpinista Franz Rota Nodari, scomparso nel marzo del 2018 sul Concarena.
A lui, oltre che a Daniele Nardi e Tom Ballard - morti nel febbraio scorso sul Nanga Parbat - è dedicata la spedizione guidata da Bellò.







L'ULTIMO POST
Nell'ultimo post ubblicato sulla pagina facebook di Tarcisio Bellò, dove si trovano i resconoti quotidiani della spedizione, non si nascondono le difficoltà e si fa anche esplicito riferimento al pericolo di «slavine da insolazione»

«Abbiamo sciolto tutte le incognite speriamo solo che il tempo ci assista un altro giorno - si legge nel messaggio postato il 16 giugno alle 8 di mattina -. Stamattina David Imtyaz e io abbiamo battuto traccia fin sotto alla parete del Lions Melvin Jones peak che si presenta fattibile e senza particolari pericoli. A dir la verità non è stato sempre cosi, le abbondanti nevicate ci hanno messo a dura prova sia nell"estenuante fatica di batter traccia, sia nel scegliere orari adatti ad evitare le possibili slavine da insolazione. Un paio di volte abbiamo ripiegato per non rischiare, come ieri che immersi nella nebbia più totale, bianco sotto bianco attorno, ci siamo arresi e lasciato una corda e altre attrezzature tecniche nel ghiacciaio. Due ore dopo è apparso il sole e una enorme slavina ha sepolto le nostre attrezzature coinvolgendo solo in parte la nostra traccia. Segno che avevamo scelto bene il percorso, ma non possiamo permetterci altri errori».

Nei piani dei quattro alpinisti, oggi avrebbero dovuto raggiungere la cima: «Tino è sceso al Campo 1 per recuperare la corda perduta e altre cose utili. Adesso ci aspetta la biscottatura diurna fastidiosa per noi perché in tenda è quasi insopportabile e fuori dopo un po' idem. Però è utile per assestare i pendii e ridurre i pericoli oggettivi. Se domattina permane bel tempo sicuramente proveremo la cima. Imtyaz ha detto ...due anni che proviamo questa montagna e finalmente abbiamo una chance.. l'emozione traspariva dalle sue parole. È già una grande esperienza e conquista per entrambi. Ce la metteremo tutta per riuscire ma questo è Alpinismo con la A maiuscola, saper tracciare una rotta tra mille ostacoli, dove nessuno mai è arrivato prima. Sono orgoglioso per me e per tutta questa incredibile squadra italo pakistana. Felice anche per gli amici del Lions di Montecchio Maggiore che hanno creduto nella nostra iniziativa. Incrociamo le dita. Un saluto a tutti, un abbraccio fortissimo».

Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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