Trivellazioni, lite in Consiglio sull'emendamento dei leghisti. L'opposizione: «Ponzi Pilati»

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Angela Pederiva
Trivellazioni, lite in Consiglio sull'emendamento dei leghisti. L'opposizione: «Ponzi Pilati»
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VENEZIA - Ponte in Consiglio regionale: la maratona di bilancio riprenderà martedì mattina. Ma la seduta terminata nella tarda serata di mercoledì, con il varo (30 favorevoli e 9 contrari) della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, ha lasciato uno strascico di polemiche sulle trivellazioni. L'emendamento approvato dalla maggioranza viene infatti ritenuto troppo blando dall'opposizione: «Quando l'aula si riempie di Ponzi Pilati», è la sintesi del portavoce Arturo Lorenzoni, nel ricostruire la seduta.


LA FORMULAZIONE
La pentastellata Erika Baldin aveva chiesto di inserire un passaggio di esplicito contrasto all'estrazione di metano: «Questa Regione, anche per merito del presidente Ciambetti, lo dobbiamo riconoscere, negli anni si è sempre fatta portavoce presso il Governo di una ferma contrarietà alle trivellazioni di ogni sorta e in ogni dove.

Quindi si tratta di replicare e confermare questa contrarietà». Il suo emendamento era però stato inserito in un capitolo sbagliato del progetto di legge, per cui è stato ritirato, in attesa di tornare sull'argomento con una proposta leghista. Cioè quella poi formalizzata dal relatore Luciano Sandonà: «Nel contesto della propria politica energetica, la Regione del Veneto, ove siano acquisite evidenze scientifiche in ordine a ricadute ambientali pregiudizievoli per il territorio e l'ecosistema delle trivellazioni di gas o di altre fonti fossili in Alto Adriatico e in terraferma, esprimerà, nelle diverse sedi istituzionali, la propria contrarietà alla loro ripresa». Una formulazione troppo ambigua per le minoranze, come ha rimarcato ancora Baldin: «Si dice: va beh, siamo contrari alle trivelle, però. Quindi, è quel però che ci fa un po' paura».


LE POSIZIONI
Tuttavia la maggioranza ha tirato dritto e l'ha fatto passare. Ieri il commento di Lorenzoni: «Si è astenuto il presidente Roberto Ciambetti, consapevole delle battaglie leghiste contro le trivelle, ma il resto della truppa leghista ha votato compatto a favore della posizione attuale del governo a trazione Fratelli d'Italia. Altro che autonomia: il Consiglio si è docilmente allineato alle posizioni romane, anche a costo di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e del territorio veneto». Correzione del leghista Ciambetti: «Non è vero, ho votato a favore dell'emendamento del relatore Sandonà. Mi sono astenuto su quello del Pd che puntava a collocare nella corretta missione energia la proposta del M5s». Per la cronaca il tentativo dem è stato bocciato, ma Vanessa Camani ha colto l'occasione per evidenziare il piccolo strappo leghista: «L'unico consigliere che ha avuto il coraggio di esprimere un voto in difformità da quello che io reputo sbagliato, è stato il presidente Ciambetti, con una posizione che evidentemente, malgrado il cambio di Governo, rimane coerente con un principio, che poi è il medesimo sostenuto dal presidente Zaia». Il forzista Alberto Bozza ha invece motivato così la sua posizione: «Ho votato l'emendamento della maggioranza perché ritengo che nell'ottica della stretta e fattiva collaborazione tra Governo e Regione si debba iniziare subito il confronto, supportato da un tavolo tecnico e scientifico che aiuti la politica ad effettuare le migliori scelte a tutela del territorio e dei cittadini veneti coinvolti. Ma ciò deve essere un supporto a garanzia, non certo un pretesto per bloccare o impedire l'estrazione».
 

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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