VENEZIA - Ponte in Consiglio regionale: la maratona di bilancio riprenderà martedì mattina. Ma la seduta terminata nella tarda serata di mercoledì, con il varo (30 favorevoli e 9 contrari) della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, ha lasciato uno strascico di polemiche sulle trivellazioni. L'emendamento approvato dalla maggioranza viene infatti ritenuto troppo blando dall'opposizione: «Quando l'aula si riempie di Ponzi Pilati», è la sintesi del portavoce Arturo Lorenzoni, nel ricostruire la seduta.
LA FORMULAZIONE
LE POSIZIONI
Tuttavia la maggioranza ha tirato dritto e l'ha fatto passare. Ieri il commento di Lorenzoni: «Si è astenuto il presidente Roberto Ciambetti, consapevole delle battaglie leghiste contro le trivelle, ma il resto della truppa leghista ha votato compatto a favore della posizione attuale del governo a trazione Fratelli d'Italia. Altro che autonomia: il Consiglio si è docilmente allineato alle posizioni romane, anche a costo di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e del territorio veneto». Correzione del leghista Ciambetti: «Non è vero, ho votato a favore dell'emendamento del relatore Sandonà. Mi sono astenuto su quello del Pd che puntava a collocare nella corretta missione energia la proposta del M5s». Per la cronaca il tentativo dem è stato bocciato, ma Vanessa Camani ha colto l'occasione per evidenziare il piccolo strappo leghista: «L'unico consigliere che ha avuto il coraggio di esprimere un voto in difformità da quello che io reputo sbagliato, è stato il presidente Ciambetti, con una posizione che evidentemente, malgrado il cambio di Governo, rimane coerente con un principio, che poi è il medesimo sostenuto dal presidente Zaia». Il forzista Alberto Bozza ha invece motivato così la sua posizione: «Ho votato l'emendamento della maggioranza perché ritengo che nell'ottica della stretta e fattiva collaborazione tra Governo e Regione si debba iniziare subito il confronto, supportato da un tavolo tecnico e scientifico che aiuti la politica ad effettuare le migliori scelte a tutela del territorio e dei cittadini veneti coinvolti. Ma ciò deve essere un supporto a garanzia, non certo un pretesto per bloccare o impedire l'estrazione».
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