Trivelle nel Delta, nessuna decisione senza il parere del tavolo tecnico

Giovedì 8 Dicembre 2022 di Alda Vanzan
Trivelle nel Delta, nessuna decisione senza il parere del tavolo tecnico

Trivellazioni in Alto Adriatico, dal vertice tenutosi ieri a Roma tra due ministri - Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso - e un viceministro - Vannia Gava - non è arrivato un sì, ma neanche un no. I tre per un'ora hanno ascoltato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, che, oltre a essere personalmente contrario alle perforazioni nel Delta del Po, si è fatto portavoce delle istanze del territorio, con tutti i no messi in fila dai sindaci. La decisione finale assunta a Roma? Affidarsi alla scienza attraverso un tavolo tecnico. Ma in serata il consiglio regionale del Veneto, con un emendamento alla Nota di aggiornamento al Defr, ha puntualizzato: Ove siano acquisite evidenze scientifiche in ordine a ricadute ambientali pregiudizievoli per il territorio e l'ecosistema delle trivellazioni di gas, la Regione esprimerà la propria contrarietà.


Quello riunito ieri mattina al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), era il tavolo di confronto sul tema dell'estrazione di nuovo gas italiano in Adriatico.

In pratica il tavolo istituzionale formato dai ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Adolfo Urso con la vice Vannia Gava (Imprese e Made in Italy, Mimi). All'ordine del giorno l'incontro con il governatore del Veneto e i tecnici regionali, peraltro annunciato dallo stesso Pichetto Fratin ancora una decina di giorni fa: «Dal territorio - aveva detto il ministro dell'Ambiente - c'è grande preoccupazione, ma sulla questione il punto di vista deve essere scientifico: devono esserci tutte le garanzie scientifiche, non deve essere mi piace o non mi piace». Nel frattempo dal Pd è arrivato un emendamento al decreto Aiuti-quater per vietare nuove estrazioni di gas nel Delta del Po, mentre la Lega ha chiesto una cabina di regia per coinvolgere i sindaci.


APPROFONDIMENTI
È finita che ci saranno approfondimenti. Al centro della discussione istituzionale - recita la nota diffusa da Palazzo Balbi al termine dell'incontro tra Zaia e i ministri - la necessità di approfondire le problematiche sollevate, in particolar modo quelle legate alla subsidenza ed ogni aspetto segnalato dalle comunità locali e dai sindaci legato all'estrazione di gas, specialmente in Alto Adriatico, con la necessità di ottenere in via prioritaria garanzie tecnico-scientifiche a tutela dell'ambiente. Di qui il coinvolgimento degli esperti: Il tavolo ha concordato di coinvolgere, in via preliminare, alcune eccellenze italiane nel campo della ricerca, da Leonardo a Ispra, insieme alle Università del territorio, da affiancare ai tecnici e agli studiosi nel percorso di analisi e approfondimento del tema. Il tavolo istituzionale sarà quindi affiancato anche da un tavolo prettamente tecnico, deputato a fornire strumenti e studi a carattere scientifico nell'ambito delle estrazioni di gas. Una decisione che, vista dal Veneto, non potrà che portare a un diniego delle estrazioni, dal momento che dal mondo scientifico e universitario finora sono stati sottolineati solo gli effetti negativi quanto alla subsidenza. Ma, appunto, il no definitivo alle trivelle ieri non è arrivato.

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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