Trivelle per estrarre il gas in Adriatico, gli esperti dicono no. «Effetti significativi sull'ambiente marino e costiero»

Mercoledì 8 Novembre 2023 di Alda Vanzan
Trivelle per estrarre il gas in Adriatico, gli esperti dicono no

Nuove estrazioni di gas in Adriatico? Gli esperti del Veneto dicono no. Testuale: "Si ritiene che le carenze conoscitive evidenziate non consentano di escludere effetti significativi sull'ambiente marino e costiero del Polesine e del Delta del Po e pertanto le estrazioni di gas non debbano essere autorizzate". Per sempre? "Fintantoché non vengano messi a disposizione del tavolo tecnico-scientifico tutti gli elementi specifici con cui poter valutare l'impatto delle estrazioni". E il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, non solo è pronto a prendere atto delle valutazioni dei tecnici, ma anche a sostenerle.


È tutto scritto nelle dieci pagine di parere elaborato dal gruppo di lavoro formato da docenti delle università di Padova e di Venezia.

E qui bisogna fare un passo indietro. Nel dicembre 2022 c'è stato un vertice a Roma tra i ministri Gilberto Pichetto Fratin con il viceministro Vannia Gava (Ambiente) e Adolfo Urso (Imprese) e il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Il governatore, personalmente contrario alle perforazioni nel Delta del Po, si era fatto portavoce delle istanze del territorio. Di qui la scelta di affidarsi agli esperti, mentre il consiglio regionale del Veneto, con un emendamento alla Nota di aggiornamento al Defr, puntualizzava: "Ove siano acquisite evidenze scientifiche in ordine a ricadute ambientali pregiudizievoli per il territorio e l'ecosistema delle trivellazioni di gas, la Regione esprimerà la propria contrarietà". Ne era nato un "Tavolo Tecnico Idrocarburi" composto da funzionari del ministero dell'Ambiente, di Ispra e delle Regioni Veneto ed Emilia Romagna per approfondire soprattutto il rischio subsidenza. Ma il Veneto era andato oltre: "a supporto" del Tavolo nazionale, aveva voluto un "Gruppo di lavoro per la valutazione preliminare degli aspetti ambientali legati a interventi di estrazione di gas naturale nell'Alto Adriatico" formato dai docenti dell'Università di Padova Massimo Fabris, Pietro Teatini e Filippo Catani, Luigi Tosi del Cnr, Fabio Pranovi e Gabriella Buffa di Ca' Foscari, Stefania Tonin e Francesco Musco dello Iuav.


LE CONCESSIONI
Al di là dell'annunciato decreto Energia, già il decreto Aiuti Quater dello scorso anno aveva stabilito che era consentita la coltivazione di idrocarburi nell'Alto Adriatico tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del Po di Goro, a 9 miglia dalla costa. Due le concessioni interessate: A.C14.AS, con i giacimenti Gaia e Rosanna, e A.C15.AX, con i giacimenti Valentina, Raffaela, Emanuela e Melania, facenti capo a Eni ed a Energean Italy, entrambe ancora attive anche se prive di infrastrutture estrattive. Proprio a causa del decreto Aiuti Quater il Veneto aveva chiesto approfondimenti.
La conclusione degli esperti veneti è negativa. Primo, mancano dati certi: "Il quadro conoscitivo rispetto agli effetti ambientali generati dall'estrazione di idrocarburi nell'Alto Adriatico risulta ad oggi incerto e frammentato". Secondo, si rischiano effetti sulle specie marine: "L'attività estrattiva genera impatti sull'ambiente marino e costiero in un area di particolare pregio oggetto di specifiche misure di protezione finalizzate al miglioramento dello stato di conservazione delle specie presenti di tursiopi e di tartarughe marine». Terzo, la terra sarà destinata a sprofondare: "L'attività di estrazione del gas metano dal sottosuolo provoca sempre subsidenza, non è ancora noto se l'entità del fenomeno indotto dalla produzione dei giacimenti citati sull'area del Delta del Po possa essere tale da contribuire a modificare in modo permanente l'assetto del territorio e comportando, di conseguenza, l'incremento di rischio idraulico, di erosione della costa e delle morfologie lagunari, nonché dell'intrusione salina sia negli acquiferi che lungo le foci fluviali". La conclusione è netta: "L'interesse minerario legato ai potenziali quantitativi di gas metano estraibile dai giacimenti interessati non è compatibile con gli interessi pubblici". Di più: "Risulta inaccettabile sia sotto il profilo ambientale che socio-economico il minimo incremento del rischio di subsidenza legato all'estrazione del gas metano in Alto Adriatico".

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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