Il capitano del fronte del no, Barbierato e le trivelle in Adriatico: «Ora vi spiego i veri pericoli»

Venerdì 24 Febbraio 2023 di Guido Fraccon
Protesta contro le trivelle in Adriatico

ADRIA - «Invitiamo i rappresentanti del Governo a visitare il Delta del Po veneto e a constatare di persona i danni della subsidenza. Attenzione poi al fatto che si potrà scavare anche a Villadose».
Il primo inquilino di palazzo Tassoni, Omar Barbierato, è pronto a guidare il fronte polesano anti-trivelle. «La maggioranza dei comuni della provincia di Rovigo - commenta il sindaco adriese - ha già detto "no" a nuove ricerche in Polesine.

Il gas che verrà estratto nel nostro territorio andrà a rispondere per meno del 2% al fabbisogno nazionale annuo. Tutto ciò va in direzione opposta agli impegni presi con l'Unione Europea nel limitare le emissioni di Co2, entro il 2050. Non sarà certo quella minima percentuale a garantire uno zoccolo di indipendenza energetica con cui affrontare la transizione green».

PERICOLO SUBSIDENZA
Secondo l'opinione di molti fra amministratori e cittadini il Polesine "ha già dato" con la presenza del rigassificatore al largo della costa e, prima ancora, con la centrale di Polesine Camerini. Alla base dell'"altolà" di Barbierato anche motivazioni storico-geografiche: «Basti pensare alle punte di subsidenza che si registrano nel Delta. Una situazione per la quale noi polesani paghiamo una quota parte di spese ai Consorzi di bonifica per il funzionamento delle idrovore che mantengono asciutto il territorio, anche quando non piove».
Vivere in un territorio al di sotto del livello del mare significa, per Barbierato, dover combattere più di altri con l'erosione delle spiagge, gli effetti della crisi climatica e l'avanzata del cuneo salino. «Secondo gli studi preparati dalla ditta che ha estratto il metano dal pozzo Angela Angelina', le estrazioni dovevano causare un abbassamento di un certo numero di centimetri. Siamo invece arrivati oltre il metro. Altri dati simili vengono forniti dai Consorzi di bonifica Adige Po e Delta Po».
«Con le ultime decisioni - prosegue il sindaco di Adria - il Governo va in deroga al Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, il Pitesai, una sorta di piano regolatore delle estrazioni, che prevede che le estrazioni debbano essere effettuate dopo le 9 miglia, e non più a 12, limitando ulteriormente gli spazi per la pesca. Il Pitesai dice pure che si può trivellare in terra ferma all'altezza del Comune di Villadose».
Fa riflettere - secondo Barbierato - la scelta di scavare dal 45. parallelo in giù, escludendo Venezia e Trieste, una esclusione forse dovuta al loro peso economico nell'economia nazionale rispetto al Polesine. «Questo per dire - puntualizza - che le trivellazioni sono pericolose sia per noi che per Venezia e Trieste».

RICORSI E MANIFESTAZIONI
Barbierato ricorda infine il ricorso al Tar. «Le nove comunità che formano l'Ente Parco si sono unite in un ricorso al Tar del Lazio, insieme alla Provincia di Rovigo, contro il decreto ministeriale di valutazione d'impatto ambientale positivo per la piattaforma Teodorico. Hanno presentato ricorso anche Legambiente, Greenpeace e Wwf. La maggioranza dei comuni ha replicato un ordine del giorno presentato in consiglio comunale a Porto Tolle contro le trivelle. Un documento che abbiamo portato in Prefettura prima di Natale, per chiedere al rappresentante del Governo che trasmettesse l'ordine del giorno e la nostra richiesta di confrontarci con l'esecutivo nazionale. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta. A breve saremo in prima fila alle manifestazioni che verranno organizzate nel territorio, per dire no' a nuove trivellazioni in Polesine».
 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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