PORTO VIRO - Il dibattito sulla ripresa delle trivellazioni in Adriatico continua riempire le pagine dei quotidiani, ma, purtroppo, registra il silenzio delle rappresentanze delle categorie produttive e dei sindaci del Polesine, tranne qualcuno. Il problema preoccupa pure la Chiesa la quale, all’inizio dell’estate scorsa si è mossa con i tre vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara. E Moreno Gasparini, presidente del Parco regionale veneto Delta del Po, o che in passato si era espresso convintamente per il no, torna a parlare.
«Finalmente stanno emergendo le valutazioni tecniche di cui dobbiamo ringraziare la Regione – afferma Gasparini –.
POSIZIONE CONTRARIA
Cosa replicare alle richieste di contribuire al fabbisogno energetico nazionale?
«L’area del Delta del Po ha già un consolidato percorso di sviluppo attraverso quelle che sono le eccellenze dall’agricoltura alla pesca, la balneazione sulle nostre splendide spiagge al turismo lento e di visitazione di un territorio più bello e suggestivo del mondo. Non certo quella prospettiva negativa di estrazioni di gas davanti al nostro Delta che creerebbero nell’immediato un preoccupante incertezza sugli investimenti sul nostro territorio, una sicura battuta d’arresto della visione futura del prodotto turistico a 360 gradi, con una disastrosa subsidenza ormai certificata negli ultimi 60 anni di storia del nostro Polesine. Puntare sulle fonti fossili è ormai anacronistico quando il mondo intero sta guardando e investendo con sempre maggiore attenzione alle fonti rinnovabili. A fronte poi, per assurdo, di poco più del 2 per cento del fabbisogno nazionale».
RISCHIO IDRAULICO
Quale è quindi la posizione rispetto a possibili trivellazioni per estrarre gas metano di fronte alla modifica in modo permanente dell’assetto del territorio, con la conseguenza dell’incremento di rischio idraulico, di erosione della costa e delle morfologie lagunari, nonché dell’intrusione salina sia negli acquiferi che lungo le foci del Po e dell’Adige? «Rimarcando la valenza dell’espressione scientifica regionale, facendo punto fermo sulle nostre convinzioni, il netto no alle trivellazioni – conclude il presidente Gasparini – il nostro no è frutto di un grande senso di responsabilità e dovere di tutela del territorio, della nostra terra altamente produttiva e ricca di valori umani e sociali, così come la salvaguardia della biodiversità di cui il nostro Delta del Po, unica realtà per le sue specificità in Italia e in Europa, orgogliosamente ufficializzata e riconosciuta dall’Unesco, non deve diventare terra di conquista ma bensì un territorio che deve essere vissuto dalle future generazioni e non sfruttato e sprofondato nel nulla».