Porto Tolle. Trivelle, diffida al Governo. Italia Nostra: «Benefici incerti, i danni sarebbero irreversibili»

Ad inviarla al Governo, per fermare la ripresa delle trivellazioni al largo delle coste polesane, è stata la sezione di Rovigo di Italia Nostra

Sabato 2 Settembre 2023 di Francesco Campi
Trivelle

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Una "pubblica diffida" al presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed al ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin «a non decretare la cancellazione economica, sociale e geografica del Delta del Po». Ad inviarla al Governo, per fermare la ripresa delle trivellazioni al largo delle coste polesane, è stata la sezione di Rovigo di Italia Nostra che, «in attesa delle minacciate nuove disposizioni incentivanti delle trivellazioni, invoca dai vertici regionali e governativi maggiore trasparenza nell'attività istituzionale». Secondo il presidente Italia Nostra di Rovigo Fabio Bellettato, infatti, a fronte di benefici incerti, si prospetterebbero danni certi ed irreversibili. Le norme contenute nel Decreto "Aiuti Quater", poi convertito in legge, spiega, «non assicurano l'obiettivo perseguito di riduzione del costo del gas dato il modesto contributo che il conseguente atteso incremento dell'offerta di metano di produzione nazionale potrà fornire, ossia meno del 2% rispetto al fabbisogno italiano annuo.

A fronte di un vantaggio incerto, è invece certo che le nuove norme si pongono in netto contrasto con l'ulteriore obiettivo che si dichiara di perseguire, ossia di voler così «contribuire alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti». E sono evidenti, anche al netto dei rischi di incidenti, i gravi pregiudizi dell'incremento delle estrazioni off shore alla biodiversità, al paesaggio e alla geomorfologia dell'ambiente marino e costiero. I più gravi ed evidenti deriveranno dal consentito riavvio delle estrazioni in aree marine sino ad oggi vincolate dell'Alto Adriatico e, in particolare, in quelle che fronteggiano il Delta del Po: un ambiente di importanza mondiale, su cui insistono due Parchi naturali regionali, una Riserva Mab Unesco, un Sito marino di Importanza Comunitaria».

Rischi e pericoli

Il rischio più grave e pericoloso, aggiunge Italia Nostra, è quello «di aggravamento della subsidenza con pregiudizi pesantissimi all'economia del delta del Po. Da questo punto di vista le disposizioni del Dl Aiuti quater non offrono sufficienti garanzie, consentendo la riapertura dei pozzi sulla base di una non meglio precisata "verifica" dell'assenza, non di subsidenza, ma di "effetti significativi" di subsidenza sulla costa, quasi che l'aggravamento del fenomeno sia in qualche modo accettato come inevitabile. Circa l'inaffidabilità dei modelli matematici predittivi, si ricordi che il pozzo "Angela Angelina", nel ravennate, ha causato una subsidenza variabile tra il metro ed il metro e mezzo lungo la linea di costa, mentre il modello matematico presentato in sede autorizzatoria descriveva abbassamenti complessivi inferiori a 14 centimetri». Italia Nostra punta poi il dito sulla trasparenza: «Diverse critiche sull'ipotesi di nuove estrazioni in Alto Adriatico si sono levate dai vertici della Regione del Veneto. I medesimi vertici regionali hanno dato notizia dell'avvenuta istituzione di un "tavolo tecnico" Governo-Regioni che sarebbe volto ad approfondire i rischi connessi all'attuazione delle norme del decreto legge, ma risulta ad oggi ignota tanto la composizione quanto l'attività di questo tavolo, malgrado le richieste alla Regione da parte del "Coordinamento Polesine No Trivelle", oltreché di parlamentari e consiglieri regionali che hanno presentato specifiche interrogazioni, a rendere pubblici i documenti istitutivi del tavolo tecnico, i verbali delle riunioni e le risultanze dei lavori. Una scarsa trasparenza che francamente sconcerta ed allarma». 

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