Porta a spasso il cane di notte
violentata vicino al centro profughi
Test del dna per tutti gli immigrati

Domenica 27 Luglio 2014
Porta a spasso il cane di notte violentata vicino al centro profughi Test del dna per tutti gli immigrati
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ROVERETO - Una giovane donna è stata violentata nella notte a Rovereto per strada vicino a un centro profughi.

Polizia e carabinieri sono al lavoro per ricostruire in modo preciso i fatti e per arrivare così a identificare il responsabile.

Per ragioni investigative al momento ritengono quindi opportuno non fornire ulteriori elementi.

SOSPETTI SUI PROFUGHI

Test del Dna per i settanta ospiti della struttura di accoglienza per immigrati di Marco di Rovereto. A darne notizia, in una nota, è il presidente della Provincia autonoma di Trento, che afferma: «Esprimiamo innanzitutto vicinanza e solidarietà alla vittima e rimaniamo in attesa dell'esito delle indagini». La donna è italiana e stava portando fuori il cane nei dintorni del centro, quando intorno alle 2 è stata aggredita da una persona di colore, spiegano le forze dell'ordine a proposito di quanto riferito dalla presunta vittima. In mattinata il questore di Trento Giorgio Iacobone, e il comandante dei carabinieri di Trento, colonnello Maurizio Graziano, si sono recati al centro della protezione civile che ospita gli immigrati, poi è stato convocato al Commissariato del Governo di Trento un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, a cui ha partecipato anche il presidente Rossi.

IL QUESTORE

«Stiamo procedendo con la massima incisività, perché il nostro motto resta 'solidarieta' nella legalità». Tuteliamo i cittadini con la massima determinazione, ma agiamo allo stesso tempo a beneficio degli stessi profughi, per fugare il dubbio che sia stato uno di loro o, nel caso fosse stato, per individuarlo e isolarlo al più presto». A dirlo è il questore di Trento Giorgio Iacobone, che segue da vicino le indagini in corso sulla violenza sessual. «Al momento non si può - sottolinea il questore - dire con certezza che sia stata una persona presente nel campo a compiere la violenza. In ogni caso, se così fosse, lo sapremo presto dal Dna. Perché ieri nel centro c'erano 70 persone e oggi ancora 70, quindi nessuno è andato via nel frattempo». Eventualità che sarebbe stata possibile, dal momento che in quanto centro di accoglienza e non di detenzione, non ha cancelli che impediscano alle persone di entrare e uscire. «Stiamo lavorando in una forte rete sinergica tra polizia e carabinieri - ha concluso il questore - per la gravità insita nel gesto e l'ovvio forte shock che provoca in chi lo subisce».

LA RABBIA DEL SINDACO

«Quel centro di accoglienza va chiuso, senza se e senza ma. Deve essere smantellato immediatamente. Lo dico da settimane. Era nato per una permanenza massima di 48 ore, invece le persone stanno per settimane in container a 40 gradi. Le incontro per le strade e le piazze di Rovereto, sulle strade statali, ma anche sull'autostrada a fare l'autostop: donne incinte che mi chiedono dove andare per arrivare a nord. Non ce la faccio più a vedere queste cose. Che Europa è? Che Italia è?». A dirlo è il sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi (Pd), che si trova all'estero, ma è stato informato del fatto che una giovane ha denunciato uno stupro subito nella notte e che è stato disposto il test del Dna per i profughi nel vicino centro d'accoglienza. «La solidarietà dell'amministrazione e di tutta la città va alla vittima» è la prima cosa che dice. «È un fatto incredibile - aggiunge - e spero che la giustizia faccia il suo corso e se ne abbiano gli esiti in fretta». Poi spiega: «Non sappiamo se sia stato un ospite del centro di accoglienza, ma non si può continuare a tollerare il fatto che i profughi siano in balia di se stessi e di queste dinamiche. Lo dico senza isterismi e senza allarmismi. Certo qui la situazione non è quella di Lampedusa, né di altri comuni italiani, ma sono comunque un sindaco in trincea, come tanti altri». «Le istituzioni dello Stato e dell'Europa non stanno governando bene la questione - conclude - e al Brennero c'è anche chi respinge quelli che riescono ad arrivarci. Qui stanno in container che vengono usati per le emergenze dei terremoti, messi due anni fa. Ne stanno arrivando altri, cosa facciamo? Convocherò d'urgenza un Consiglio comunale e chiederò anche alla Provincia che cosa sta succedendo».

Ultimo aggiornamento: 16:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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