Verso le elezioni regionali in Veneto, nove candidati contro Luca Zaia

Sabato 22 Agosto 2020 di Alda Vanzan
Luca Zaia
VENEZIA - La campagna elettorale adesso può entrare nel vivo. Ieri i partiti e i movimenti hanno presentato le candidature per le elezioni regionali, pacchi di carte in Corte d'Appello per gli aspiranti governatori e altrettanti malloppi di documenti nei sette tribunali per i candidati consiglieri. Tutto secondo copione, pochissime le sorprese.
ZAIA
Il presidente uscente Luca Zaia correrà con cinque liste, le tre della galassia leghista (Lega, Zaia Presidente più quella degli amministratori che si chiama Lista Veneta Autonomia) e le degli alleati Fratelli d'Italia e Forza Italia. E qui va registrata una curiosità: il primo manifesto della nuova campagna lucazaia2020 - in cui il presidente compare su un fondale azzurro e la scritta L'impegno continua - riportava tutti i cinque simboli dei partiti e sui social i militanti avevano apprezzato: cuoricini e condivisioni su Facebook da parte anche dei suoi consiglieri e assessori. Poi il manifesto è cambiato e i simboli sono scesi a tre: scomparsi quelli di FdI e FI. Il motivo? I rumors leghisti sono espliciti: è una campagna della Lega, se la paga la Lega, cinque anni fa gli altri tra l'aaltro non hanno scucito un euro. Quanto alle candidature, fuori come annunciato i tre del bonus dell'Inps Gianluca Forcolin, Alessandro Montagnoli e Riccardo Barbisan. Per il resto tutto come annunciato: gli assessori in lista Lega, il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti traslocato in lista Zaia Presidente dove è rimasto Stefano Valdegamberi, mentre nella terza lista si è visto il supporto di vecchi amici del governatore, come Mariangelo Foggiato che a Treviso ha voluto in lista Valter Specia.
LORENZONI
Cinque anche le liste a sostegno di Arturo Lorenzoni, l'ex vicesindaco di Padova che guida il centrosinistra nella difficile corsa per Palazzo Balbi. Una curiosità: tutte le sue cinque liste - Pd, Veneto che Vogliamo, Europa Verde, +Veneto Volt, Sanca Autonomia - hanno inserito nel simbolo il nome di Lorenzoni. Da registrare per i Verdi il ritorno in campo regionale del sociologo veneziano Gianfranco Bettin.
LE FIRME
L'ex dem paladina dell'autonomia Simonetta Rubinato è riuscita nell'impresa di tirar su quasi 5mila firme in tutta la regione: adesso aspetta il vaglio della documentazione da parte della commissione elettorale, un timore potrebbe esserci pare su Verona. Chi invece doveva presentare le firme e volutamente non l'ha fatto è Ivano Spano di Indipendenza Noi Veneto. La sua candidatura, quindi, è destinata a essere bocciata. «Ma infatti noi vogliamo portare il tema dei tradimenti politici in tribunale - ha detto Roberto Agirmo - perché Indipendenza Noi Veneto nel 2015 è riuscita a entrare in consiglio regionale, abbiamo preso 54mila voti, ma il consigliere eletto Antonio Guadagnini poi ha cambiato casacca facendosi chiamare Siamo Veneto. Quello che diremo al giudice è: se Guadagnini si fosse dimesso, chi sarebbe entrato al suo posto? Il primo dei non eletti di Indipendenza Noi Veneto. Quindi le firme a noi non servono».
Gli altri candidati governatori in lizza: Enrico Cappelletti per il M5s, la centrista Daniela Sbrollini (Iv, Psi, Pri, Civica per il Veneto), l'ex pentastellata Patrizia Bartelle (Ves), Antonio Guadagnini (Partito dei Veneti), il segretario di Rifondazione comunista Paolo Benvegnù (Sal), Paolo Girotto, storica voce di Radio Gamma 5 e vicino alle posizioni no-vax, per il Movimento 3V.
Oggi, dalle 8 alle 12, ultime ore per presentare eventuali altre liste. Domani sul Gazzettino tutti i candidati.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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