Cricca rifiuti, consulenze & appalti: maxi-stangata al dirigente regionale

Venerdì 5 Aprile 2019 di Angela Pederiva
La Corte d'Appello di Venezia
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VENEZIA Diventa più salato il conto presentato dalla giustizia a Fabio Fior, l'ex dirigente della Regione più volte condannato in sede sia penale che civile che contabile, per il proprio coinvolgimento in quella che era stata definita la cricca dei rifiuti. Fatti e procedimenti diversi, ma accomunati dall'accusa di curare i propri interessi imprenditoriali e professionali, anziché quelli dell'istituzione di cui era dipendente e dei cittadini per cui era in servizio. Mercoledì la Corte d'Appello di Venezia ha emesso la sentenza di secondo grado per il filone delle consulenze prestate alle aziende a cui lo stesso ingegnere rilasciava i permessi: al netto della prescrizione intervenuta ad estinguere alcuni capi d'imputazione, la provvisionale a favore di Palazzo Balbi è stata alzata da 350.000 a 500.000 euro.

LA VICENDA Talmente clamorosa da finire anche nel dibattito della commissione bicamerale Ecomafie, la vicenda era cominciata il 18 giugno 2013, quando Fior era stato sospeso per sei mesi dal lavoro in forza di un provvedimento disciplinare per aver svolto attività extraufficio in assenza di preventiva autorizzazione, nonché diffidato alla cessazione dall'attività professionale e alla chiusura della partita Iva. A dicembre dello stesso anno la Regione aveva avviato la procedura per il recupero degli importi indebitamente percepiti e aveva segnalato il caso alla Corte dei Conti, che il 12 novembre 2015 aveva condannato il dirigente al pagamento di 284.034,34 euro in favore dell'ente pubblico. 
Nel frattempo, però, il 7 ottobre 2014 il dipendente originario di Noale e residente a Padova era stato destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell'ambito di un'inchiesta riguardante fatti avvenuti quand'era a capo della Tutela dell'Ambiente, accusato sostanzialmente di essere stato una sorta di socio occulto delle ditte che autorizzava ad operare. A quel punto il governatore Luca Zaia aveva disposto una nuova sospensione dal servizio, questa volta per tutta la durata del procedimento penale. 

Il 21 ottobre 2015 Fior era stato condannato a 3 anni di reclusione e al risarcimento dei danni arrecati alla Regione, da liquidare con un separato giudizio civile, partendo però da una provvisionale immediatamente esecutiva di 350.000 euro. La sentenza era stata appellata dallo stesso imputato, ma anche dalla Procura e dalla parte civile.
IL DISPOSITIVO Il verdetto pronunciato l'altro ieri riguarda appunto questo fronte, anche se frattanto Fior aveva rimediato pure altri 4 anni e 1,6 milioni per la contestazione di peculato nell'ambito di un progetto di forestazione a Sant'Urbano, stabiliti nei primi due gradi di giudizio e attualmente oggetto di un ricorso pendente in Cassazione. Ma per restare appunto al dispositivo emesso due giorni fa, la Corte d'Appello ha parzialmente riformato la decisione presa dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Venezia, rideterminando la pena detentiva in 2 anni e 3 mesi e la provvisionale in favore della Regione in 500.000 euro. Se quindi la prescrizione ha permesso un ulteriore sconto al 61enne, l'anticipo del risarcimento da versare a Palazzo Balbi è stato invece aumentato di 150.000 euro. Inoltre l'ex dipendente (aveva rassegnato le proprie dimissioni volontarie a decorrere dal 31 dicembre 2015) è stato condannato a rifondere all'istituzione, rappresentata in giudizio dall'avvocato Sebastiano Tonon, le spese di assistenza e patrocinio quantificate in 3.500 euro. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni, dopodiché anche in questo caso la difesa di Fior potrà proporre ricorso davanti alla Suprema Corte Nel frattempo la Regione andrà avanti con le cause civili: solo per questo filone la richiesta di danni sfiorava i 3 milioni di euro.
 
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