L'ultima campanella d'allarme è suonata in Liguria dove, complici i veleni delle polemiche politiche locali, sono emersi i dettagli della lussuosa flotta della giunta: una super premium Lexus ibrida - in comodato - per il governatore, un suv Bmw per la sede di Roma della Regione, e due fiammanti Passat 2.0 da 150 cavalli come ciliegina sulla torta. Vetture oltre il blu, veri status symbol. Decisamente più comode e costose di quelle ipotizzati dalla legge del 2011 che conteneva le auto di rappresentanza per le amministrazioni entro una sobria cilindrata di 1.600 cc. Limite poi derubricato a mero punto di riferimento per gli enti locali da ben due sentenze della Corte Costituzionale (una del 2012 e una del 2016) tese a proteggere l'autonomia degli amministratori dai risparmiosi diktat del governo centrale. Come se non bastasse, sempre in Liguria è sceso da 800 a 500 euro il contributo che pagano alla Regione gli assessori per usare l'auto blu anche per tornarsene a casa la sera senza correre il rischio di essere denunciati per peculato (articolo 314 del codice penale) come prevede la legge anti auto-blu del 2016. Le regioni più virtuose sono Calabria, Emilia, Veneto e Marche che non assegnano vetture neanche al Presidente che deve prenotarla ogni volta che ne ha bisogno. E le Marche non assicurano a nessuno neanche l'autista di fiducia...
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