L'appello dei vescovi: «Basta vittime sull'A4, subito la terza corsia»

Venerdì 25 Novembre 2022 di Tiziano Graziottin
Il patriarca Moraglia
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MESTRE - Sul tratto maledetto dell'A4, dove il restringimento da tre a due corsie nei 24 chilometri tra San Donà e Portogruaro provoca incidenti a ripetizione, si continua a morire. Un tributo di sangue pesantissimo, mai completamente cessato nemmeno negli anni del Covid e nuovamente con numeri da emergenza ora che sul percorso di guerra della Venezia-Trieste il traffico è addirittura sopra i livelli pre pandemia, per di più con la stagione delle nebbie alle porte. Già nel 2021 nel tratto veneziano dell'A4, secondo il report dell'Aci, gli incidenti erano stati 66 con 12 morti e 91 feriti, ma il bilancio 2022 è già largamente oltre quei numeri drammatici.
Per altri aspetti, certo infinitamente meno gravi rispetto a quello relativo all'incidentistica, la situazione in A4 rappresenta una fonte di stress per gli utenti dell'autostrada e per i residenti, con pesanti ricadute anche sul piano ambientale per gli effetti di code e caos sistematici.


SITUAZIONE INTOLLERABILE
Situazione variamente definita intollerabile per il tributo di vittime e di persone segnate dagli scontri, che spinge ad un intervento inusuale e di grande forza emotiva il patriarca Francesco Moraglia e i vescovi delle diocesi interessate dall'attraversamento del bisturi autostradale: Giuseppe Pellegrini per Concordia-Pordenone, Corrado Pizziolo per Vittorio Veneto e Michele Tomasi per Treviso.

I presuli hanno scelto le testate diocesane - che stanno congiuntamente trattando la tematica in relazione alla Giornata delle vittime della strada tenutasi domenica scorsa - per lanciare il loro appello alle istituzioni e per dare una spallata su una questione certamente all'ordine del giorno a Nordest ma forse non ancora colta in tutta la sua gravità a livello nazionale (per dire, si parla del Ponte sullo Stretto ma non di un intervento di carattere eccezionale per il buco nero sulla principale direttrice verso l'Est).


EMERGENZA NAZIONALE
Una dimensione sovraregionale del resto sottolineata dal patriarca e dai presuli nel loro appello: «Sono troppe le persone che proprio in questo tratto autostradale hanno perso la vita. Sono troppi quanti hanno riportato gravi danni, con conseguenze invalidanti per sempre. Queste laceranti ferite toccano nel vivo le persone direttamente coinvolte, ma anche le rispettive famiglie, appartenenti non solo alle nostre comunità ma anche a comunità di altre province e regioni». Patriarca e vescovi ribadiscono la responsabilità verso la collettività di chi guida («A chi si mette al volante di un'auto o di un camion è affidata la responsabilità della cura e della custodia della propria e dell'altrui vita: molto concretamente, ciò significa avere grande attenzione al modo di condurre il proprio veicolo per non essere fonte di pericolo a sé stessi o ad altri») ma al tempo stesso levano la loro autorevole voce nei riguardi della politica: «La vita deve esser custodita anche grazie a infrastrutture adeguate che permettano a quanti vi transitano di poterlo fare in sicurezza. Da parte delle istituzioni e degli enti preposti, pertanto, deve essere fatto tutto il possibile perché la sicurezza delle nostre autostrade e delle nostre strade sia garantita da infrastrutture adeguate. Siamo al corrente del fatto che è in fase avanzata la realizzazione di progetti per una viabilità più sicura nel tratto autostradale citato. Riteniamo opportuno, tuttavia, raccomandare ancora una volta l'urgenza dell'ultimazione dei lavori per il bene dell'intera collettività». In sostanza non basta fare prima o poi, bisogna fare presto.


IN PRESSING
La politica del Nordest è da tempo in pressing (bipartisan) sul tema: «Proporremo al Governo di prevedere nuove risorse finanziarie da destinare alla società che gestisce il tratto. Anticipando delle risorse si possono accelerare i lavori per la terza corsia e recuperare ritardi accumulatisi in questi anni», sostiene il senatore Andrea Martella, segretario regionale Pd. Da parte sua la deputata leghista Giorgia Andreuzza assicura: «Ho già avuto modo di anticipare al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini la questione A4, un progetto che ha una valenza nazionale. Sono certa che ora ci saranno i tavoli opportuni dove ci si metterà al lavoro per valutare assieme alle regioni e agli enti preposti tutto quello che si può migliorare». Ma dopo tante parole e troppi incidenti, sull'A4 meglio procedere con i piedi di piombo.
 

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Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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