​Campi di fiori per le api, così il Veneto difende la produzione del miele

Sabato 20 Maggio 2023 di Angela Pederiva
Api in Veneto - Foto di Rebekka D da Pixabay

Dopo mezzo secolo, ha ancora ragione Sergio Endrigo.

Ci vuole un fiore per fare tutto: un tavolo, e quindi il legno, e dunque l'albero, e allora il seme, e perciò il frutto. E pure il miele, come va ricordato oggi che è la Giornata mondiale delle api, i principali insetti impollinatori che Veneto Agricoltura ha deciso di festeggiare con un curioso omaggio: un campo di fiordalisi, specie campestre ormai quasi scomparsa dalle campagne nordestine.


LA FASCIA
Sui terreni dell'azienda agricola biodinamica "La Decima" di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, il Centro biodiversità vegetale dell'Agenzia regionale ha realizzato una fascia fiorita lunga 600 metri e larga 3, nell'ambito del progetto europeo Life "PollinAction" co-finanziato dall'Ue e coordinato da Ca' Foscari, con l'obiettivo di incrementare le fioriture selvatiche per preservare le api. Ha spiegato il governatore Luca Zaia, che da ministro delle Politiche agricole sospese l'utilizzo dei neonicotinoidi per la concia delle sementi, proprio per proteggere quegli insetti: «Il 40% delle specie impollinatrici sono in pericolo anche a causa dei cambiamenti climatici. Eppure pochi di noi sono consapevoli che il 90% delle piante selvatiche e il 75% delle colture dipendono anche da loro». Secondo le stime di Coldiretti Veneto, in media una singola ape "frequenta" circa 7.000 fiori al giorno, per cui occorrono 4 milioni di visite floreali per produrre un chilo di miele. Ecco spiegata l'attività di Veneto Agricoltura: per aumentare l'estensione di habitat graditi agli insetti impollinatori, vengono realizzate le siepi campestri e le bordure floreali, ma anche trasformati i terreni coltivati a seminativo in prati da fieno ricchi di specie floricole. Com'è appunto il fiordaliso, a cui seguiranno poi la margherita, la salvia selvatica, il dente di leone e altre tipologie.


IL TAVOLO
Con quasi 100.000 alveari e 9.000 apicoltori, cioè il 12,8% del totale nazionale, il Veneto è fra le prime regioni in Italia per la produzione di miele e derivati, tra cui la Dop delle Dolomiti bellunesi. «Un patrimonio messo a rischio dalle importazioni dall'estero cresciute di quasi il 18% avverte Coldiretti e che l'anno scorso hanno raggiunto i 24 milioni di chili, di cui 14 da Ungheria, Romania e Ucraina In pratica quasi 2 vasetti su 3 sono pieni di prodotto straniero». Ieri l'associazione di categoria ha imbandito a Cadoneghe, in provincia di Padova, il tavolo della biodiversità della produzione regionale, con esempi di miele in via d'estinzione a causa appunto della concorrenza estera, oltre che dei cambiamenti climatici. Ecco allora il tributo alle api: «È necessario conoscere meglio questo insetto importante», ha sottolineato Franco Mutinelli, responsabile del Centro referenza nazionale per l'apicoltura.

Ultimo aggiornamento: 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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